Checco Zalone: “Io sessista? Nel film non c’è nemmeno un seno scoperto”
Checco Zalone risponde alle accuse per il film ‘Tolo Tolo’
Checco Zalone risponde alle critiche sul suo ultimo film, ‘Tolo Tolo’, in uscita nelle sale mercoledì primo gennaio. Oggi, venerdì 27 dicembre, a Roma, durante la conferenza stampa seguita all’anteprima della pellicola, l’attore e regista ha commentato la mancata comprensione del suo ironico trailer e le conseguenti accuse di razzismo spiegando il suo punto di vista sulla “dittatura” del politicamente corretto.
“Mi aspettavo qualche polemica sul trailer del mio film, ma non avrei mai pensato di finire sulle prime pagine o al centro dei talk show”, ha dichiarato. “Dopo i primi tre giorni le ho seguite, poi mi sono stancato e comunque alla fine per ‘Tolo Tolo’ sono state un bel battage pubblicitario”.
“Prima dell’avvento dei social – ha detto ancora Checco Zalone – non era così, oggi anche pochi commenti negativi sul web vengono subito amplificati dalla stampa…”.
Checco Zalone: “Sessismo e maschilismo non mi appartengono”
L’attore ha risposto quindi alle accuse di sessismo. “Sessismo e maschilismo non mi appartengono, nel film non ho mai spogliato la protagonista Idjaba, mai fatto vedere una tetta, né il didietro. Anzi, sarà lei nella finzione a portare tutti noi in salvo, ci tenevo”.
“Salvini – ha spiegato Checco Zalone nel corso della conferenza stampa – è espressione della gente, forse sarà la gente a sentirsi chiamata in causa, ma non mi pongo questo problema”.
Il regista-protagonista ha chiarito di non aver voluto mettere in scena un politico in particolare con il personaggio pugliese che prima disoccupato compie una folgorante escalation politica: “È un personaggio metaforico, gli ho fatto fare la carriera di Di Maio, l’ho vestito come Conte e lo faccio parlare come Salvini”.
A chi gli ha chiesto se gli spettatori sapranno cogliere l’ironia che avvolge un tema così cruciale come quello dei migranti, Checco Zalone ha risposto citando ‘La storia’ di Francesco De Gregori: “La gente sa benissimo cosa fare, quelli che hanno letto milioni di libri e quelli che non sanno nemmeno parlare”.
Il regista ha ammesso che non è stato semplice trovare la chiave giusta per il film (qui il trailer), prodotto da Pietro Valsecchi e distribuito da Medusa. “Ho scelto di trasformare – ha spiegato – la scena in cui il barcone dei migranti viene affondato dalle onde in un momento onirico, trasformandolo in musical con una divertente canzone di speranza. Si poteva rischiare di cadere nella presa in giro o, al contrario nel moralismo, ma l’ho spiegata ai ragazzi che dovevano interpretarla e loro si sono commossi”.