Carlo Verdone a TPI: “Alberto Sordi? Certi attori alla fine diventano patetici”
"Alberto Sordi negli ultimi tempi cercava di rifare le battute del passato. Ma non faceva ridere”. Carlo Verdone non risparmia critiche a quello che viene considerato il suo padrino cinematografico. L'intervista sul nuovo numero del settimanale di TPI
“Abbiamo tanti esempi di grandi attori del passato che hanno tentato di rifare cose che facevano quarant’anni prima e sono finiti nel patetismo”. Un esempio? “Alberto Sordi”. È un Carlo Verdone che non t’aspetti quello che emerge dall’intervista del vicedirettore di TPI Riccardo Bocca sul nuovo numero del nostro settimanale (in edicola da venerdì 19 novembre).
Verdone è considerato l’erede di Alberto Sordi, insieme hanno lavorato in due film (“In viaggio con papà” e “Troppo forte”), eppure il regista romano non risparmia critiche al suo padrino cinematografico.
“Negli ultimi tempi – osserva – cercava in qualche maniera di rifare lo stesso passo, le stesse espressioni del passato, però io me lo ricordo quand’era perfetto nei film in bianco e nero. Non c’era bisogno di rifarli, per tirare fuori una risata. Tanto più che non veniva fuori una risata ma la riflessione che quando certe cose le faceva là, nei Vitelloni, avevano un senso, mentre oggi… Sembra quasi che uno non abbia più cartucce”.
Nell’intervista a TPI Verdone esprime inoltre giudizi inaspettati su Giorgia Meloni (“Se si fosse candidata a Roma le avrei dato credito”) e Nanni Moretti (“Sbaglia a criticare Amazon e Netflix”).
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