Arena di Verona, nuovo caso blackface. La soprano dà forfait: “È razzista, non ci sarò”
Scoppia un nuovo caso “blackface” all’Arena di Verona. La soprano Angel Blue si è schierata contro la pratica di tingere il volto di nero, adottata da Anna Netrebko una settimana fa nell’Aida. La cantante si è rifiutata di accostare il proprio nome e la propria immagine “a una istituzione che continua a utilizzare il trucco blackface, pratica offensiva, umiliante e apertamente razzista”.
La soprano americana, una delle voci più importanti della lirica internazionale, ha così annunciato il proprio forfait dalla prossima edizione dell’Arena di Verona Opera Festival dove, il 22 e il 30 luglio, avrebbe dovuto interpretare Violetta ne La Traviata. Una decisione presa dopo che lo scorso 8 luglio la star russa Anna Netrebko aveva fatto ricorso al blackface nell’Aida. Si tratta appunto di quella pratica per cui si va a scurire, attraverso il trucco, il volto di un interprete bianco al quale è assegnato il ruolo di un personaggio di colore. Anche all’esordio stagionale dell’Aida, il 18 giugno, la soprano Liudmyla Monastyrska si era truccata il volto di nero per interpretare la principessa egizia.
“Cari amici, famiglia e amanti dell’opera – si legge nella nota di Angel Blue – sono giunta alla dolorosa conclusione che quest’estate non canterò Traviata all’Arena di Verona come previsto. Come molti di voi sapranno, l’Arena di Verona ha recentemente deciso di utilizzare il blackface in una recente produzione di Aida. Vorrei essere perfettamente chiara: l’uso del blackface in qualsiasi circostanza, artistica o altro, è una pratica profondamente fuorviante basata su tradizioni teatrali arcaiche che non hanno posto nella società moderna”. E ancora: “È offensivo, umiliante e apertamente razzista. Non vedevo l’ora di fare il mio debutto in casa all’Arena cantando una delle mie opere preferite, ma in coscienza non posso associarmi a un’istituzione che continua questa pratica. Grazie per la vostra comprensione e per tutti coloro che hanno mostrato supporto e sensibilità a me e ai miei colleghi artisti del colore”.
La Fondazione Arena di Verona ha replicato spiegando che la produzione zeffirelliana di Aida non è “recente”, che l’accordo con Angel Blue, e l’agenzia che la rappresenta, risale a quasi un anno fa e quindi “le caratteristiche di questa produzione erano ben note quando Angel Blue si è impegnata consapevolmente a cantare all’Arena di Verona”. Quanto alla questione blackface, si legge ancora nella nota della Fondazione che “tutti i Paesi hanno radici diverse e la loro struttura culturale e sociale si è sviluppata attraverso percorsi storico-culturali differenti” e dunque “sullo stesso argomento la sensibilità e l’approccio possono essere molto diversi tra loro nei diversi angoli del mondo; spesso si arriva ad una idea condivisa solo dopo anni di dialogo e comprensione reciproca. Non abbiamo alcun motivo, né alcuna volontà di offendere e disturbare la sensibilità di alcuno. Raggiungiamo con vive emozioni persone provenienti da diversi Paesi, da contesti religiosi differenti, ma per noi tutte le persone sono uguali. Crediamo nel dialogo, nello sforzo di comprendere il punto di vista altrui, nel rispetto degli impegni artistici presi”.
Nella nota la Fondazione lancia un appello alla soprano affinché ci ripensi: “Angel, noi e il pubblico areniano ti aspettiamo fiduciosi, sarà l’occasione di dialogare in modo costruttivo e concreto partendo proprio dalle tue riflessioni. Il mondo digitale non crea la stessa empatia che solo il contatto diretto riesce a determinare: proprio come in teatro. Le contrapposizioni, i giudizi, le categorizzazioni, la mancanza di dialogo non fanno altro che alimentare una cultura del conflitto che noi rifiutiamo totalmente. E auspichiamo che tutti lavorino per non alimentare divisioni”.