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Home » Spettacoli

Amanda Lear a TPI: “A Sanremo dovevo duettare coi Maneskin ma non avevano soldi. Achille Lauro? Roba stravista”

Immagine di copertina
Credit: Marco Piraccini

“Darling, mi hai disturbato mentre stavo guardando la D’Urso. Da lei abbiamo tanto da imparare: vedi che luce ha davanti? Io non so se sia una brava giornalista ma è sicuramente una brava elettricista!”.

Comincia così, seguita dalla sua inconfondibile risata, di chi sa di averla sparata grossa, la mia chiacchierata con Amanda Lear, di ritorno in Italia dopo un anno di assenza. “Ero così felice di tornare, ma poi vedere Roma così deserta è stato un colpo al cuore: una tristezza infinita. Non che in Francia sia diverso: è tutto chiuso da mesi. Meno male che io sono già vaccinata. Tutti mi dicevano ‘attenta che avrai reazioni avverse’, invece a me ha dato una grande energia. Magari dentro ci sono pure le vitamine! Poi se tra tre mesi mi crescono i baffi non lo so. Peccato, perché speravo mi dessero una sorta di passaporto vaccinale per viaggiare e, invece, serve ancora il tampone: ti mettono quel coso nel naso, e per me che odio le penetrazioni è stato un dramma. (ride) Almeno in Cina, te lo mettono dietro…”.

Ci si diverte sempre a chiacchierare con Amanda: lei gioca, sdrammatizza, è sempre piena di racconti e progetti anche dopo un anno di pandemia…

“Fortunatamente ho una bella casa nel sud della Francia e sono stata sempre sola. Venivano solo a portarmi i giornali. Stavo con i miei gatti e i quadri. E ho preparato il mio nuovo disco che è una svolta. Mi sono detta: basta disco. Non voglio mica ridurmi come Madonna che a 200 anni ancora è lì con i ballerini e i ventilatori nell’extension a sculettare. Ho deciso di fare un disco in francese. Canto classici di grandi autori, come Gainsbourg, in versione quasi Unplugged, con la chitarra e il piano. Uscirà a settembre. Intanto oggi è uscito More, il primo singolo che è un brano di Riz Ortolani della colonna sonora di Mondo cane, un film degli anni ’60 ormai dimenticato”.

Brano che so essere nato a Sanremo…
“Sì, ero a fare Sanremo Young nel mio albergo lussuoso: una noia e una tristezza infinita con questo pianista che passava le serate a suonare. Fortunatamente a un certo punto ha proposto questo pezzo che parla di un amore infinito e ho capito che era quello giusto. Nel video ci sono i miei quadri e ci sono io come una novella Mary Poppins: è quasi un cartone animato. Appena l’abbiamo postato ha avuto migliaia di views e reaction su Instagram. Sono contenta”.

A Sanremo Young, come al solito, ne hai combinate di tutti i colori, hai dato pure alla Pausini della stonata…

“Ma io gioco, poi la Pausini è stata molto carina: mi ha mandato un messaggio dicendo ‘Amanda tu puoi dirmi quello che vuoi tanto io ti adorerò sempre e comunque!'”.

Ma Sanremo 2021 l’hai visto?

“Dovevo anche andarci. Mi avevano chiamato i Maneskin, che non conoscevo, per duettare su Amandoti. Solo che non c’erano soldi e gli ho detto: ragazzi, sapete oggi quanto costa anche solo un paio di ciglia finte? E allora hanno preso quel tipo con la barba. Comunque li ho amati molto. Peccato che, in generale, mancassero le belle canzoni: sembrava una sfilata di moda, tutto troppo fashion: solo look, pettinatura, vestiti”.

Tutti ormai si dedicano al fashion, alla moda: anche Chiara Ferragni ha la sua linea di abbigliamento…

“Preferisco decisamente Chiara Boni.”

Orietta Berti aveva lo stesso stylist dei Maneskin e di Achille Lauro…

“Achille Lauro non lo amo molto, mi sa tutto già di visto e stravisto. Orietta, invece, è sempre simpatica. Non se la tira. E’ cosciente del suo pubblico e da dove viene. Ornella Vanoni diceva sempre: ‘Tu non puoi piacere a tutti: devi scegliere una fascia di pubblico che ti seguirà e durerai’. Meno male che io ho tutti i gay! E ho scoperto che, ultimamente, mi innamoro sempre di quelli truccati: vedi i Maneskin che sono bellissimi!”.

Anche di Bowie dicevi che te ne eri innamorata perché si truccava più di te…

“Lui, però, oltre ad essere molto più truccato di me aveva un grosso problema: non si struccava. E ti rovina i cuscini, le lenzuola, ti svegli la mattina col letto sporco di fondotinta. Un disastro!”

Quest’anno sei stata anche la testimonial per Netflix della nuova stagione di Sex Education…

“Sì, mi sono molto divertita. La serie è pazzesca. Non so perché mi abbiano scelta: c’è questa diceria che io sia una grande esperta di sesso! E poi mi chiedono sempre ‘Amanda, come fai a essere ancora così bella?’ Lo so: quelle della mia generazione sono un po’ cambiate. Patty Pravo mi dice sempre: ‘Sei l’unica di tutte noi che si riconosce ancora nelle foto’. In effetti sono uguale. Le altre sono passate per diverse trasformazioni, diciamo. Comunque il segreto di bellezza è sempre solo uno: mettersi accanto a una brutta. Funziona sempre!”.

Ma Naked attraction, il programma dove devi scegliere il tuo partner vedendo in primis i suoi organi genitali, l’hai visto?

“Ma che orrore! Ma è bella la sorpresa, la scoperta, se te lo buttano subito in faccia si perde tutto il romanticismo. E io sono diventata una grande fans del romanticismo: i baci, le carezze, le confidenze. Basta con questo sesso, questi uomini eterosessuali sudati che ti chiedono a che ora è pronta la pasta: non fanno più per me. Anche se devo ammettere che sono ancora piena di spasimanti bellissimi”.

Dici spesso che la tv di adesso fa schifo: quali sono le differenze rispetto a quando hai cominciato tu? Ricordo, ad esempio, W le donne, uno dei primi veri show della tv berlusconiana degli anni d’oro.

“In quegli anni Berlusconi poteva scegliere chi voleva. Ha scelto me per alcuni motivi ben precisi: parlavo le lingue, ero sfacciata, tenevo testa a tutti. Per il pubblico italiano era una scoperta: non avevano mai visto una tipa così in televisione. Ora invece una figura di spicco, la peggiore, è l’opinionista. E a farla ci va chi accetta di fare tutto pur di apparire, perché nessuno li fa cantare, recitare”.

Immagino quante volte ti avranno chiesto di andare al GF, all’isola…

“Ma certo me lo chiedono sempre. Ma ti immagini: senza trucco, al sole senza occhiali, shampoo, distrutta, facendo vedere il peggio del peggio. Poi dover magari incontrare Malgioglio: no, no! Le dive devono comunque far sognare, divertire, vestirsi bene, comportarsi bene, il nostro mestiere è questo. Berlusconi ci diceva sempre: noi siamo invitati a casa della gente quindi ti presenti bene. In maniera impeccabile. Non vai a fare la pescivendola”.

Quando finalmente avrai questo passaporto vaccinale, quale sarà la prima cosa che farai?

“Tornare a viaggiare. Vedere i miei amici: andare con loro a mangiare la mia pizza al gorgonzola, ridere. Mi manca il cinema, i popcorn, girare i film. In Francia ho fatto un lungometraggio nominato ai Cesar: Miss. L’Italia adesso dopo il brutto momento dei cinepanettoni ha un rinascimento cinematografico e ammiro molto, ad esempio, Sorrentino e Guadagnino. Mi piacerebbe molto lavorare con loro. Se vogliono una bionda tardona, io ci sono!”.

Leggi anche: Essere gay a Sanremo (di M. Giorgi)

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