Amadeus contro l’ambasciatore di Israele: “Sanremo non ha mai promosso odio, ma pace e libertà” | VIDEO
Amadeus all’ambasciatore di Israele: “Sanremo non ha mai promosso odio”
Ospite di Porta a Porta nella serata di martedì 13 febbraio, Amadeus ha risposto all’ambasciatore di Israele che, pur senza nominarlo, aveva criticato Ghali per la sua presa di posizione dal palco dell’Ariston sulla guerra a Gaza.
“Ritengo vergognoso che il palco del Festival sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile” aveva dichiarato l’ambasciatore israeliano.
Successivamente, l’ad della Rai Roberto Sergio aveva espresso la sua solidarietà all’ambasciatore in un comunicato letto a Domenica In da Mara Venier.
Ora sull’argomento è intervenuto Amadeus, conduttore e direttore artistico del Festival di Sanremo, che ha preso le distanze da quanto dichiarato dall’ambasciatore ma anche dal comunicato della Rai.
“Rispetto le decisioni di tutti, ma non sono assolutamente d’accordo con questa affermazione, nella maniera più totale. Il festival di Sanremo non ha mai promosso l’odio, ha sempre parlato di inclusione, di libertà: i cantanti che sono saliti sul palco hanno chiesto la fine della guerra, hanno chiesto la pace, richiedere la pace vuol dire seminare odio? Esattamente il contrario” ha affermato il presentatore.
Amadeus 🫶🏽 pic.twitter.com/gZC8lWWkbM
— Trash Italiano (@trash_italiano) February 13, 2024
“Questo non vuol dire che voi abbiate dimenticato il massacro di 1200 israeliani” ha chiesto Bruno Vespa con Amadeus che ha risposto: “Assolutamente. La guerra da qualsiasi parte è da condannare, non c’è guerra da un lato o dall’altro, c’è la guerra che va fermata, qualsiasi guerra al mondo va fermata. Mai mi sarei mai sognato di portare l’odio, e così anche in cantanti. Portiamo esattamente l’opposto: i ragazzi in gara fanno messaggi e appelli di pace, di libertà di idee, di pensiero, di uguaglianza di pelle, di valori. A Sanremo nella storia, e senza sembrare presuntuoso, in questi anni, c’è un grande senso di inclusione che va rispettato e mai cambiato, sennò torniamo indietro”.