Le derisioni al figlio autistico del premio Oscar Cuarón ricordano che l’empatia è ancora lontana
Empatia, questa sconosciuta. Siamo sempre più incapaci di andare oltre, di comprendere cosa ci sia dall’altra parte, di metterci nei panni degli altri. Il cinismo ci sta mangiando vivi, nei social più che mai, come se un’identità virtuale sia sufficiente per sbarazzarci di qualunque filtro e lasciar andare fiato.
Ci stiamo trasformando in macchine da cattiveria pronte a nasconderci dietro alle parole “satira” e “black humor” grazie ad uno schermo e una tastiera: eppure, anche per fare dell’ironia dissacrante c’è bisogno di intelligenza, altrimenti è soltanto odio gratuito. E c’è una bella differenza tra il “ridere con” e il “ridere di” qualcuno.
L’ultimo clamoroso episodio è avvenuto proprio durante la Notte degli Oscar 2019: il regista messicano Alfonso Cuarón, che con il film “Roma” si è aggiudicato ben tre statuette (una come miglior regia, un’altra come miglior film straniero e l’ultima per la migliore fotografia), si è presentato sul palco con i due figli Tess e Olmo.
E proprio su quest’ultimo, il secondogenito tredicenne, si è scagliato il web prendendolo di mira ed esponendolo ad una vera e propria gogna mediatica fatta di sghignazzate e colpetti di gomito agli amici bulletti.
Durante la cerimonia, infatti, si è potuto notare qualche “vistoso” comportamento di Olmo che, a tratti, difficilmente è riuscito a stare fermo sulla poltrona in platea. Ma sono state soprattutto le sue espressioni del volto ad aver scatenato battute, parodie e MEME di ogni sorta (talvolta arrivando a paragonarlo a ragazzi con varie disabilità).
Il tutto, senza conoscere minimamente il reale motivo di quegli atteggiamenti appariscenti, stemperati dalla sorella Tess che, con una naturalezza disarmante, cercava di contenerlo rispondendo a quei “versacci” in modo complice.
Solo una volta, qualche anno fa, il regista aveva infatti dichiarato che il figlio aveva il disturbo dello spettro autistico. Condizione che rende complicata la gestione del ragazzo in molte occasioni, soprattutto pubbliche. E proprio per questo è diventato subito vittima di derisione sui social.
Sebbene, in alcuni casi, siano state successivamente rimosse dagli stessi autori appena compresa la situazione, tanti altri hanno ignorato la realtà lasciando le loro pubblicazioni in bella mostra.
In tutto questo, il premio Oscar Cuarón è restato totalmente impassibile, o almeno in apparenza. La dimostrazione più bella è che se porti un ragazzo con difficoltà cognitive fin sopra il red carpet, senza preoccuparti delle possibili conseguenze e di quello che dirà o farà davanti ai fotografi e le telecamere, sei il padre migliore che gli potesse capitare. Al contrario di chi, ancora, ne ha di strada da fare per comprendere cosa significhi amare un figlio.