Alessandro Gassmann contro i “creatori di eventi”: dopo le polemiche l’attore cancella il tweet
Alessandro Gassmann contro i “creatori di eventi”: dopo le polemiche l’attore cancella il tweet
Una delle categorie economicamente più colpite dall’emergenza Coronavirus è sicuramente quella dei lavoratori dello spettacolo. Dai grandi concerti negli stadi ai set cinematografici e televisivi, il settore è al momento in stand-by, visto che si tratta di contesti in cui è difficile mantenere il distanziamento sociale. Passerà dunque parecchio tempo prima di vedere di nuovo uno stadio o un palazzetto pieni in cui ascoltare il proprio cantante preferito, e tutto ciò ha inevitabili ricadute economiche per tutti i lavoratori di questo mondo. Molti grandi artisti come Tiziano Ferro hanno quindi lanciato un appello affinché il Governo faccia qualcosa per chi lavora nello spettacolo: dalle maestranze agli organizzatori di eventi, dalle comparse ai piccoli cantautori.
Per questo sembra stonare parecchio il tweet pubblicato lo scorso 4 maggio da Alessandro Gassmann, il quale si è scagliato contro i cosiddetti “creatori di eventi”. “In Italia esistono i “creatori di eventi”… ma un evento non può essere creato, accade, e raramente si ripete”, il messaggio dell’attore, seguito da un hashtag non esattamente ben augurante, #trovateviunlavoro. Un tweet che oggi, 6 maggio, dopo una parziale spiegazione, è stato cancellato.
L’attacco ai “creatori di eventi”, motivato dal fatto che gli eventi accadono e non si creano, a molti è apparso fuori luogo, soprattutto per quel riferimento poco elegante al doversi trovare un impiego. Inevitabili, dunque, le critiche. “Oltre al danno di non poter più lavorare fino al 2021 e di avere il fatturato azzerato siamo pure costretti a leggere questi tweet….. #trovaceloteunlavoro”, scrive Bachiniebellini in risposta al tweet di Gassmann.
Un altro utente ribatte citando il padre di Alessandro, Vittorio: “‘Scusi la mia ignoranza se non è pari alla sua!’ VITTORIO GASSMAN Così disse suo padre! #organizzoeventi”. “Sono un’organizzatrice di eventi, una di quelle persone che “dovrebbe cercarsi un lavoro’’: voglio pensare che scrive questo per ignoranza, non per cattiveria. Non ha idea di quanta professionalità e passione abbiamo NOI. Rettifichi, mi dia retta #trovaceloteunlavoro #rispetto”, aggiunge Ilaria Pecorini.
“In Italia oltre 400.000 eventi l’anno. Professionisti con famiglie non lavorano più da 2 mesi. Il lavoro se lo erano trovato e ora lo hanno perso in silenzio lontano dai riflettori. E senza offendere nessuno. #organizzoeventi”, ricorda Cinzia Ciani, mentre Michele Pepponi ironizza: “Complimenti per la sensibilità, l’attenzione verso migliaia di persone in cassa integrazione… bravo!!! Facile stare a casa a pontificare”.
Oggi, a due giorni dal tweet della discordia, prima di cancellare definitivamente il messaggio, Alessandro Gassmann era tornato sulla questione soffermandosi su una distinzione lessicale: “Spiego agli “organizzatori” e NON “creatori”. È l’utilizzo della nostra lingua il problema! Nessuno dice che non dobbiate lavorare, di questi tempi poi! Ma la definizione “creatore di eventi” non corrisponde al senso che gli si vuole dare. Un evento accade, lo si può organizzare”.
Una spiegazione che, francamente, non chiarisce molto il senso del suo messaggio iniziale. Strano d’altronde che a finire nella bufera sia stato proprio lui, considerando che solo pochi giorni addietro, ospite di Che tempo che fa insieme al figlio Leo, aveva lanciato un appello al ministro Franceschini per sensibilizzare sul tema degli aiuti ai lavoratori dell’industria dell’intrattenimento. Che si sia trattato di una provocazione riuscita male?
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