Sondaggi politici elettorali, regionali in Emilia-Romagna: testa a testa tra Bonaccini e Borgonzoni
Il governatore dem uscente può ancora prevalere sulla senatrice del Carroccio, ma tutto dipenderà dai litigi interni alla maggioranza di governo, dalla manovra e dalla battaglia di Bonaccini alla plastic tax
Sondaggi politici elettorali, regionali in Emilia-Romagna: Bonaccini e Borgonzoni pari?
Sondaggi politici elettorali – C’è ancora speranza per il Pd in Emilia-Romagna? La domanda sorge spontanea dopo che alcuni sondaggisti fotografano una situazione in cui Stefano Bonaccini, il governatore dem uscente, si troverebbe in una condizione di parità con la sfidante senatrice della Lega Lucia Borgonzoni.
A spiegare che Bonaccini ha ancora diverse chance di vedersi riconfermato come governatore è Maurizio Pessato di Swg, che ha affermato: “Come andrà dipenderà anche da quel che accade al governo, se la manovra sarà apprezzata, se la maggioranza giallorossa continuerà o no a litigare”. E anche Antonio Noto, direttore di Ipr Marketing, è dello stesso avviso, sostenendo che il successo di Bonaccini sarà legato – anche e soprattutto – alla sua battaglia contro la plastic tax. “Il centrosinistra è solido in Emilia Romagna, ma il vento nazionale favorisce la destra. Il presidente ha preso una posizione forte in difesa del mondo produttivo del territorio, se riesce a bloccare la tassa vince, e può crescere. Se invece non ce la fa, potrebbe diventare un boomerang”. A riportare, commentandoli, i dati delle ultime rilevazioni in vista del nuovo appuntamento elettorale del 26 gennaio 2020, è Silvia Bignami che su Repubblica spiega che in Emilia Romagna “la Lega è il partito più forte ma il gradimento di Bonaccini è al 48% mentre quello di Borgonzoni è al 31%”.
Sempre Noto ha poi spiegato che in generale “lo svantaggio del centrosinistra è recuperabile”, poiché partendo dai dati delle elezioni europee “in Emilia Romagna il centrodestra era al 44,3%, contro il 39,6% del centrosinistra. In mezzo, il M5S al 12,9%. Il vantaggio del centrodestra è di soli 4 punti, mentre in Umbria era di 9 punti. Un 4% è un margine esiguo, in una regione in cui il governo è apprezzato e senza scandali”.
“Il governatore è più forte di cinque anni fa e il suo gradimento è solido”, ha osservato sempre Noto, mentre Fabrizio Masia, direttore di Emg sondaggi, concorda sul fatto che “Bonaccini potrebbe trovarsi anche un paio di punti avanti rispetto alla sua sfidante”.
“Al Pd hanno aspettato che il risultato delle elezioni in Umbria si depositasse nell’immaginario degli elettori emiliani e dopo sei giorni sono andati a “vedere” che umore circolasse da quelle parti con uno di quei sondaggi che restano in casa, dei quali non è necessario informare l’apposito sito della presidenza del Consiglio. Il risultato è top-secret, ma da quel che trapela i dati sarebbero allarmanti: alla precisa domanda «oggi per quale coalizione votereste alle elezioni regionali del 26 gennaio?», la risposta ha assegnato al centrodestra un vantaggio che oscilla in una forbice tra i 5 e i 7 punti”, è stato invece il commento di Fabio Martini su La Stampa, che ha al contrario evidenziato come questa volta il centrosinistra parta svantaggiato rispetto al Carroccio della Borgonzoni.