Sondaggio: due italiani su tre favorevoli al green pass obbligatorio. Sì anche da elettori Lega e FdI
Un sondaggio realizzato da Ipsos per il Corriere della Sera rivela che due italiani su tre sono favorevoli al green pass obbligatorio. Nello specifico, il 39 per cento si dichiara molto favorevole, il 27 abbastanza favorevole. Il 12 per cento è invece abbastanza contrario, e un altro 12 per cento si dichiara molto contrario. Il 10 per cento degli intervistati ha preferito non esprimersi.
Un dato che salta all’occhio è che anche tra gli elettori di Lega e Fratelli d’Italia, due partiti ostili al green pass, prevale il sì all’obbligatorietà del certificato verde. Quanto al partito di Giorgia Meloni, il 55 per cento dei suoi sostenitori è molto o abbastanza favorevole al green pass obbligatorio. Nella Lega il dato dei favorevoli sale al 58 per cento, di cui il 40 per cento molto favorevole.
Quanto alle motivazioni di chi si dichiara contrario alla misura, come spiega Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera, “le motivazioni contro il green pass da parte dei non favorevoli (gli oppositori e chi non si esprime) si dividono tra coloro che ritengono che il provvedimento rappresenti una grave violazione della libertà individuale (10%), coloro che paventano un danno per le attività economiche (10%) e infine coloro che lo reputano inutile per contenere i contagi e potenzialmente dannoso per chi si sentirà costretto a vaccinarsi, pur considerandolo un rischio per la propria salute (8%)”.
COME SI FANNO I SONDAGGI
I sondaggi elettorali e politici vengono effettuati da società demoscopiche rispettando criteri scientifici ben precisi. Gli autori delle rilevazioni devono individuare un campione da intervistare sufficientemente ampio e rappresentativo della popolazione che si intende analizzare. Nel caso dei sondaggi sulle intenzioni di voto ai partiti o dell’indice di fiducia dei leader politici dunque gli intervistati devono rappresentare adeguatamente la popolazione italiana maggiorenne, coloro che hanno diritto al voto e che si recano alle urne.
Questo lavoro viene fatto per ridurre al minimo il margine di errore e rendere la rilevazione quanto più attendibile. Di solito un sondaggio politico-elettorale viene considerato affidabile se il margine di errore indicato è del del 3 per cento con un intervallo di confidenza del 95 per cento. È proprio quella di identificare un campione rappresentativo della popolazione la maggiore difficoltà dei sondaggisti. Le interviste per i sondaggi politici elettorali di solito vengono effettuate con una metodologia Cati, telefonicamente, o Cawi, via Internet, o mista. Per effettuare le interviste le società demoscopiche si affidano a società specializzate.
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