Sondaggi: gli italiani temono i migranti che vedono in tv, ma non quelli che vivono sotto casa loro
Secondo un sondaggio realizzato da Ipsos per il Corriere della Sera, gli immigrati visti sui media (tv, giornali, radio, siti internet) preoccupano gli italiani il triplo rispetto agli immigrati che vivono nei loro quartieri di residenza.
Un dato che fa impressione, e che testimonia quanto la realtà “percepita” dalle persone abbia ormai spodestato quella vissuta quotidianamente.
Il primo riferimento da cui partire è che, rispetto all’anno precedente, nel 2019 l’immigrazione ha perso rilevanza tra le priorità degli italiani: “La graduatoria delle preoccupazioni degli italiani – scrive Nando Pagnoncelli – fa registrare qualche cambiamento rispetto allo scorso anno: invitati ad indicare le principali priorità del Paese, il 77% degli italiani indica spontaneamente il lavoro e l’economia (+2%), seguiti dal funzionamento delle istituzioni e dalla situazione politica, menzionati dal 43% (in aumento di 10 punti), dal welfare (36%, in flessione di 2 punti). A seguire si colloca il tema dell’immigrazione (23%), in forte calo rispetto al dicembre 2018 (-14%), quindi la sicurezza (22%, in calo di 2 punti), l’ambiente (14%, in aumento di 6 punti) e la mobilità (2%)”.
È evidente come la fine dell’esperienza di governo tra Lega e M5S abbia anche “sgonfiato” la questione migratoria come urgenza percepita dagli italiani. Via Salvini, insomma, fine anche della presunta “invasione” dei migranti.
Resta il fatto che, mentre il 23 per cento del campione considera l’immigrazione una priorità a livello nazionale, solo il 7 per cento dello stesso campione ritiene che i migranti rappresentino un problema nella propria area di residenza.
Per moltissima gente, insomma, esiste un’emergenza sui migranti dettata da ciò che ascoltano e vedono sui media, ma se si scende sul piano della loro concreta esperienza di vita, quell’emergenza scompare.
“Dunque il bilancio di fine anno ci restituisce la tradizionale lettura divergente tra la dimensione nazionale e quella locale – commenta Pagnoncelli – la prima è fortemente influenzata dall’attualità politica e dal rilievo mediatico assegnato ai singoli temi, la seconda viene maggiormente ricondotta all’esperienza personale e alle evidenze sul territorio, basti pensare al tema dell’immigrazione che oggi appare fortemente ridimensionato (nell’autunno 2018 toccò la punta del 45% in concomitanza con le polemiche sulla linea della fermezza salviniana e la chiusura dei porti), e a quello dell’ambiente, dopo il fenomeno Greta”.
L’ennesima conferma che una copertura mediatica sproporzionata, come avvenuto spesso sul tema dell’immigrazione, è in grado di condizionare fortemente la percezione della realtà, instillando paure nella gente.
È poi evidente come l’immigrazione diventi spesso “notiziabile” proprio perché continuamente richiamata come emergenza da alcuni partiti politici.
Quando chi ha responsabilità di governo batte sulla presunta invasione di migranti, magari dando risalto sui social solo ai reati commessi da stranieri, i media riportano tali dichiarazioni. Il risultato è quello, appunto, di una copertura sproporzionata su siti, giornali e tg.
E così, gli italiani che non temono i migranti che vivono sotto casa loro, cominciano ad avere paura dei migranti che vedono in tv.