Il sindaco di Verona ha bandito Luigi Di Maio dalla città: “Non si faccia vedere al Vinitaly, merita il daspo”
Il sindaco di Verona non vuole Luigi Di Maio al Vinitaly. Federico Sboarina, di Forza Italia, è ancora risentito per le parole che Di Maio e il M5s hanno rivolto al Congresso delle Famiglie, che si è svolto nella città Veneta alcuni giorni fa.
“Il vicepremier Di Maio ha detto che siamo fanatici e che siamo la destra degli sfigati: io gli rispondo che può anche fare a meno di venire a Verona al Vinitaly, a fare la sua passerella elettorale: se esistesse il Daspo urbano per le offese arrecate, lui a Verona lo rischierebbe”, ha detto Sboarina.
A replicare è il veronese Mattia Fantinati, sottosegretario M5s alla Pubblica amministrazione che dice a Sboarina di occuparsi della sua passione calcistica, “unico argomento che sembra risvegliarlo da un torpore a cui sta condannando tutta l’amministrazione comunale, mentre Verona è molto meglio del suo primo cittadino”.
Il ministro dello Sviluppo economico andrà in visita al Vinitaly, l’importante manifestazione dedicata al vino in programma dal 7 al 10 aprile 2019 a Verona.
Luigi Di Maio aveva preso posizione contro il Congresso delle Famiglie: “a Verona è una destra degli sfigati, se trattano così le donne…”, aveva detto.
Il vicepremier si era scagliato contro i “fanatici” che “affrontano il tema della famiglia con stile medievale e con odio”. E il sindaco ci ha tenuto a difendere la sua città insultata, contro quella che secondo lui è stata una macchina del fango.
Il M5s non placa le polemiche sul Congresso, già ampiamente criticato, sostenendo che l’evento è costato ai veronesi “la bellezza di 150mila euro”. Fantinati sostiene inoltre che il sindaco non può permettersi di diffidare un ministro dal partecipare a un evento pubblico di cui non è proprietario il sindaco.