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Un Tiger contro tutti

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Giovedì in Georgia inizia il torneo di golf più prestiogoso del mondo, l'Augusta Masters

Quella tra Tiger Woods e i campi da golf è una storia con un finale ancora da scrivere. Ha conosciuto gli alti del campione che l’hanno portato a giocare tra le stelle e i bassi dell’uomo che l’hanno reso un comune peccatore tra i mortali.

Il 2009 fu il suo annus horribilis, esploso lo scandalo delle innumerevoli amanti la moglie Elin lo trascinò in tribunale ottenendo un divorzio da oltre 100 milioni di dollari, gli sponsor lo abbandonarono e iniziò un declino sportivo che sembrava inarrestabile tanto da escluderlo dalla classifica dei primi cinquanta golfisti del mondo.

Invece tre anni e mezzo dopo Tiger Woods è di nuovo il numero uno del ranking e riconquista questa posizione appena in tempo per arrivare a giocare da protagonista la gara più attesa e prestigiosa dell’anno, l’Augusta Masters. Anche semplicemente chiamato The Masters, è l’unico dei quattro tornei Major che fin dalla sua prima edizione nel 1934 si disputa sempre sullo stesso campo.

Per nessuno questa è una gara come le altre, poter giocare le diciotto buche dell’Augusta National Golf Club è un privilegio e un onore concesso ai pochi selezionatissimi membri del circolo e – solo su invito – a un élite di giocatori. Ma per Tiger Woods, enfant prodige del golf, è qualcosa di più, questo è il torneo che lo ha consacrato alla storia. Nel 1997, a 21 anni e 3 mesi vince il Masters e diventa il più giovane di sempre ad avere trionfato sul prato dei campioni.

Il fascino del club – aperto alle donne solo dal 2012 – e la celebrità del torneo non sono sicuramente frutto del caso, ma la realizzazione del sogno di Bobby Jones, indimenticabile campione americano, di poter invitare ogni anno i più grandi giocatori al mondo per disputare una gara.

Il nome Masters Tournament fu introdotto solo dal 1938, perché al fondatore prima sembrava un po’ troppo pretenzioso, invece le regole di base decise dal primo torneo rimangono ancora oggi immutate. Augusta è un tradizione che si rafforza negli anni. Nel ’37 fu istituito il simbolo di appartenenza al Club, che dal ‘49 è diventato anche sinonimo di vittoria: la leggendaria Green Jacket, Giacca Verde. Fu commissionata alla Brooks Uniform Company di New York e imposta da comparare a tutti i soci per essere riconoscibili durante il Masters. Usanza vuole che il vincitore dell’anno passato incoroni il suo successore facendogli indossare la giacca, che come il Rosso Valentino, ha anche lei un colore esatto il Masters Green. La domanda che alcuni potrebbero porsi è “come si fa a indovinare la taglia”? Come per l’elezione di un Papa, ne vengono confezionate alcune di diverse misure in modo da non trovarsi impreparati al momento del verdetto.

Un’altra consuetudine si è aggiunta alla lista dal ’52 con Ben Hogan che diede una cena per tutti i precedenti vincitori del torneo. In quell’occasione nacque anche il Masters Club, ovvero il circolo dentro al circolo perché riservato solamente ai numeri uno. Da allora il martedì prima della gara il campione uscente organizza una cena, in cui sono presenti leggende del passato e talenti di oggi, scegliendo lui il menù. Suscitarono le cattiverie dei maligni ma gli applausi dei più i piatti voluti da Tiger Woods per il Championship Dinner nel 1998: cheeseburger, cotolette, patatine fritte e milkshake. Beata gioventù!

E ancora, l’evento del mercoledì dal 1960 è il Par 3 Contest, molto atteso da appassionati di golf ma anche di stampa rosa perché è il giorno dedicato alle famiglie, in cui i campioni scendono i campo con caddie d’eccezioni. Moglie, fidanzate e figli tutti rigorosamente con tuta bianca e cappellino verde per poter consigliare al meglio il loro giocatore. Vedremo vestita così anche la campionessa di sci Linsdey Vonn portare la sacca da golf del suo fidanzato Tiger Woods?

Da giovedì invece gli occhi della folla saranno puntati solo sul campo per seguire ogni colpo del torneo dell’anno, quello che potrebbe incoronare per la quinta volta Tiger Woods campione del Masters, titolo che gli sfugge dal 2005.

Ad Augusta tutta è pronto per il ritorno del re, la Green Jacket della sua taglia è appesa ad aspettarlo. Tra lui e quella vittoria sembra esserci di mezzo solo un quattordicenne cinese – Guan Tianlang – che giovedì diventerà il giocatore più giovane della storia del Masters…Adesso c’è un primato da difendere!

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