Un italiano in Qatar
Il campione olimpico, mondiale ed europeo di fioretto Andrea Baldini racconta in esclusiva 'a tutto campo' la sua esperienza al Doha Goals Forum
Un italiano in Qatar
Il Doha Goals Forum ha riunito dal 10 al 12 dicembre il gotha dello sport mondiale; nella capitale del Qatar i campioni del passato e del presente, accanto ad accademici, dirigenti sportivi, personalità politiche ed esponenti del mondo commerciale hanno discusso sulle opportunità e le complessità dello sport globale, approfittando dell’occasione per rafforzare rapporti politici ed economici.
Accanto a Carl Lewis, Sepp Blatter, Nicolas Sarkozy, Sebastian Coe, alla corte degli al-Thani a rappresentare l’Italia c’era anche Andrea Baldini, fiorettista livornese, capace di vincere in carriera ben 25 medaglie (14 d’oro) fra Olimpiadi, Mondiali ed Europei. Il fresco vincitore dell’oro a squadre a Londra, in esclusiva per il blog ‘A tutto campo‘ su The Post Internazionale, ha offerto uno sguardo da insider su quella che aspira a diventare una capitale dello sport globale.
Lo schermidore azzurro racconta che, prima delle Olimpiadi, quando aveva ricevuto l’invito da parte degli organizzatori, era rimasto un po’ sorpreso e aveva accettato di buon grado, onorato di incontrare “campioni che fino a quel momento avevo visto solo in televisione”. Per Baldini non è stata la prima volta in Qatar; durante il viaggio post-olimpico, destinazione Nepal, aveva approfittato dello scalo per dedicare una giornata a visitare la capitale e i suoi grattacieli, rimanendo già allora impressionato dalla frenetica costruzione di edifici sempre più maestosi.
Questa volta è stato diverso. Innanzitutto: “quando sono arrivato ho avuto la netta sensazione di partecipare a qualche cosa di importante. Non solo per i grandi campioni invitati, ma anche per la presenza dei reali del Qatar, dei presidenti di Nigeria e Gabon, di Sarkozy, Blatter e soprattutto per i contenuti dei dibattiti sullo sviluppo futuro dello sport”.
Inoltre, “ho potuto notare che ci sono delle strutture sportive incredibili; sicuramente non hanno badato a spese. Per quanto molte di esse siano pensate per la popolazione locale, l’impressione è che siano quasi troppe o troppo belle per il numero degli abitanti. Come la stessa organizzazione del forum testimonia, la costruzione di grandi stadi e arene guarda in particolare all’opportunità di ospitare eventi internazionali”.
Non sfuggono a Baldini, accolto in quei giorni dalla comunità italiana di Doha, nemmeno le contraddizioni di un Paese in cui gli autoctoni godono di grandi privilegi, non solo grazie alle rendite di gas e petrolio, ma anche al contributo della manovalanza pachistana, bengalese e filippina.
Al Forum, assieme a Oscar Pistorius e Ian Thorpe, ha risposto alle domande delle delegazione di studenti locali e internazionali e non ha saputo dire di no a una partita a calcio in cui grazie anche alla sapiente regia difensiva dell’ex Inter e Manchester United, Mikaël Silvestre, ha portato il ‘Team for hope’, composto da ragazzi e studenti, al successo.
Come ci conferma il fiorettista livornese: “Il Qatar sta investendo massicciamente nello sport, concentrandosi in diverse discipline, però la cultura sportiva non si compra. Grazie ai mezzi economici stanno facendo notevoli passi in avanti, ma per costruire una solida realtà sportiva la cultura del ‘tutto e subito’ non serve, ci vogliono tempo e pazienza”.