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Trovare cento dollari per strada

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Si può costruire una fortuna azionaria sperando di trovare banconote per terra?

Sembra semplicemente che non riesca a stare lontano dalle questioni della Apple. È successo infatti che il discorso di Tim Cook a San Francisco sia stato un flop e che la proposta di David Einhorn di emettere titoli privilegiati abbia infastidito l’azienda di Cupertino.

Questo articolo del New York Times dà un buon riassunto della proposta di Einhorn e ne sottolinea le tesi. Sono rimasto sorpreso nel vedere il mio nome menzionato tra le righe, con Mr. Einhorn che in merito alle mie considerazioni ha detto dovrei ricordarmi “la vecchia battuta dell’economista che rifiutò 100 dollari trovati per strada perché in un’economia efficente non ci sarebbero stati 100 dollari in giro”.

Sono lusingato di essere stato parte delle sue parole, visto che probabilmente Mr. Einhorn non aveva mai sentito parlare di me o letto il mio blog. Sono anche felice che questo è tutto quello che ha detto di me, perché sono stato accusato di cose ben peggiori che ignorare 100 dollari sul pavimento (basta leggere i commenti ai miei post).

Le ragioni per cui scrivo questo articolo non sono difensive, cercherò di usare in maniera positiva questa analogia. Quindi, correndo il rischio di essere etichettato come un poco di buono, ecco cosa penso dei 100 dollari trovati sul pavimento.

1. Cento dollari per strada?: è possibile trovare una banconota da 100 per la strada? Sicuramente, ma bisogna essere molto fortunati e le probabilità di trovarla dipendono dalla strada in cui si cammina. Le tue probabilità saranno migliori sulla Rodeo Drive, a Los Angeles, dove ci sono ricchi compratori e relativamente pochi pedoni (visto che a LA nessuno cammina per più di un isolato).

A New York, dove ci sono letteralmente migliaia di persone che camminano con te e la maggior parte non ha un biglietto da cento dollari con sè, le probabilità saranno sicuramente minori. Apple è una delle società più seguite e chiacchierate del mondo ed assomiglia più a Penn Station in New York City che a Rodeo Drive.

Ho attraversato più e più volte Penn Station tutti i giorni per almeno due volte negli ultimi 20 anni, e non ho mai trovato un biglietto da 100 sul marciapiede. Non penso nemmeno di averne mai trovati 20 di dollari. Qualche banconota da uno, vari quarti di dollaro, moltissimi dieci cent e un’infinità di penny. È possibile che questo sia dovuto al fatto che sono un professore di economia e la mia convinzione di un’economia efficiente mi abbia reso cieco, ma molti dei lettori di questo blog non sono insegnanti, quindi qualcosa non torna. Ecco le mie domande: avete mai trovato una banconota da 100 dollari sul marciapiede? Ne avete trovate molte? (se è così fatemi sapere il nome della strada, potrei trasferirmi.. Comunque, per caso ho fatto questa domanda ad una classe di 400 persone e solo tre di loro hanno dichiarato di aver trovato una banconota da 100 sul pavimento. Due di loro erano al bar. C’è una buona analogia per gli investitori, ma la lascio alla vostra immaginazione).

2. Cercare ‘soldi facili’ ha un prezzo: Forse il punto di Mr Einhorn era che coloro che non hanno mai trovato una banconota da 100 sul pavimento forse non cercavano abbastanza, ma ci sono persone che lo fanno e non penso abbiano molto successo. Usando come paragone Penn Station: nella stazione c’è ancora qualche telefono pubblico, e tutti i giorni quando ci passo vedo persone cercare monete lasciate da qualcuno che ha chiamato in precedenza. Si può guadagnare qualcosa facendo così? Credo di sì, dipende dal valore che uno dà al suo tempo.

3. Attento al tuo portafogli: ho trascorso la maggior parte della mia vita a New York City, e credo di essere stato a stretto contatto con molti abitanti, specialmente in metro. Se avessi visto 100 o 20 dollari per terra il mio radar anti-truffa si sarebbe subito attivato. Per esperienza so che in questa città quando qualcosa profuma di denaro facile c’è sotto una fregatura. Non mi sarei sorpreso se nel momento in cui mi fossi chinato a raccogliere i 100 dollari avessi scoperto che a) erano falsi b) il portafogli mi fosse stato sfilato.

4. Non costruirsi aspettative attorno alla fortuna: se trovassi 100 dollari per strada e mi sentissi abbastanza sicuro da raccoglierli, probabilmente mi sentirei ‘fortunato’. Ma non confonderei il caso per una mia particolare abilità. Non costruirei il mio mutuo sulla credenza di trovare tre banconote da 100 ogni mese. Sarebbe una sciocchezza e una banalità.

Non ho niente di personale contro Mr Einhorn, a parte il fatto che sia fan dei Mets e non degli Yankees, come ogni newyorkese potrebbe sottolineare. Sono stato d’accordo con lui molto spesso e ho recentemente condiviso il suo sdegno per le opinioni di analisti su compagnie come la Green Mountains Coffee. Offrirò a Mr Einhorn un punto di riflessione sulla sua proposta. Il suo suggerimento, che Apple emetta dei titoli privilegiati per i suoi azionisti, si basa sul presupposto che, con le rate di interesse ai minimi storici, ci sia un vuoto nel mercato per gli investitori che vogliano dei guadagni ragionevoli e sicuri. La condizione è che gli investitori paghino un ‘premium’ per il 4 per cento delle azioni preferenziali che Apple emetterà, e che lo recuperino vendendo successivamente le azioni preferenziali che hanno guadagnato pagando questo ‘premium’ ad Apple.

Non è un ragionemento così errato, ma il mio scetticismo è basato su due considerazioni. La prima è che se questo fosse vero, dovremmo vedere le prove nel mercato azionario, dove le azioni preferenziali emesse dalle compagnie che hanno un bilancio solido e un buon fondo dovrebbero essere scambiate a prezzi vantaggiosi. Succede questo? Non lo so, ma se Mr Einthorn vuole rinvigorire la sua ipotesi, dovrebbe presentare le prove della sua teoria, forse comparando i rendimenti dei dividendi preferenziali a quelli utili su azioni ordinarie.

La seconda questione è quella della differenza di proporzioni. È possibile che un qualsiasi possessore di azioni Apple possa comprare un ‘premium’ con i primi 50 miliardi di dollari di azioni preferenziali emesse, ma i ‘premium’ ci saranno ancora quando si arriverà a 100 o 430 miliardi? Non penso sarà così, ma rimango disposto a cambiare idea, a Mr. Einhorn il compito di riuscirci.

Molto del clamore attorno a questa proposta deriva dall’errata convinzione che una società possa scegliere sia il valore nominale delle azioni privilegiate che la resa dei dividendi. Se Apple emettesse 500 miliardi di dollari in azioni privilegiate e fissasse la resa dei dividendi al 4 per cento allora i pacchetti preferenziali non avrebbero un valore di 500 miliardi.

Ho iniziato questo post dicendo che l’altro giorno Tim Cook era a San Francisco per una conferenza. Ascoltando quello che ha detto mi sono ricordato perché continuo a essere in conflitto con la dirigenza Apple. Cook aveva una grande occasione, era sotto i riflettori, eppure non ha detto niente di sostanziale e interessante a chi lo ascoltava. So che ha lasciato informazioni che potrebbero essere utili o meno agli investitori, ma dire quanto Apple pagherà gli sviluppatori il prossimo anno è l’equivalente di un ospite che ha un elefante in cucina ma parla ai suoi commensali della bellezza del paesaggio. Al momento, gli investitori Apple sono concentrati sui 137 miliardi che la compagnia ha accumulato, e vogliono sapere quali sono i piani di Apple per quei soldi.

Sono sicuro che Tim Cook sia pieno di consulenti, ma gli offrirò anche il mio consiglio, in via gratuita, sapendo che lo ignorerà: se non hai niente di importante da dire, è meglio non parlare, perché se tieni altri discorsi come questo non farai altro che danneggiare l’azienda anziché portare benefici (e i mercati l’hanno dimostrato).

Tornando al tema centrale: cosa farei se trovassi una banconota da 100 dollari sul pavimento? Primo mi guarderei attorno per assicurarmi di non essere la vittima di un qualche tipo di truffa, poi la raccoglierei. Secondo, (anche se è più facile a dirsi che a farsi) come mi ha insegnato mia madre, cercherei il legittimo proprietario dei soldi. Se non lo trovassi penserei che è il mio giorno fortunato, ma comunque non spenderei le settimane successive a cercare altre banconote, e non costruirei nemmeno il mio pacchetto azionario sperando di trovare altro denaro per terra.

Dal blog di Aswath Damodaran per The Post Internazionale
Traduzione di Samuele Maffizzoli

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