Stallo tunisino
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In Tunisia, il governo di ispirazione islamica è bloccato dalla protesta della classe media e dalla violenza degli estremisti
La Tunisia è paralizzata. Le proteste della classe media contro le autorità islamiche al potere e la violenza delle frange islamiche estremiste mantiene il Paese in una situazione di profonda instabilità.
Mentre la rabbia delle piazze cresce, sta prendendo forma un’insoddisfazione popolare che ricorda molto quella dei vicini egiziani.
Tra le migliaia di manifestanti ci sono giovani e esponenti della classe media che regolarmente affollano le strade per chiedere le dimissioni del governo. La sospensione del Parlamento è avvenuta ad agosto. La popolazione non vuole tornare ad uno stato islamico basato sulla legge religiosa. Intanto il partito islamico ha perso quota nei sondaggi.
I manifestanti intervistati da reporter del Washington Post dicono di essere preoccupati per le posizioni radicali che il governo ha intenzione di assumere. Le violenze repressive, l’assassinio di due dei leader politici all’opposizione, e l’uccisione di 10 soldati tunisini e l’attacco all’Ambasciata statunitense a Tunisi confermano questo clima di terrore.
“In Tunisia c’è il terrorismo” ha detto il leader dell’opposizione Beji Caid Essebsi, “e questo è colpa del governo che ha lasciato che prendesse piede”. Così come in Egitto, la Tunisia è un paese diviso tra due visioni del ruolo dell’Islam nella vita civile e politica.