Quelle strane amichevoli fra Siria e Palestina
Ad Amman, in uno stadio deserto, 22 giocatori hanno preso a calci un pallone mentre i rispettivi Paesi vivono situazioni di guerra
Siria Palestina strane amichevoli
Sarà forse per gli spalti desolatamente vuoti o per l’inevitabile decisione di giocare in campo neutro ma, guardando le immagini delle due amichevoli disputate il 17 e il 20 novembre fra Siria e Palestina, è immediatamente percepibile un senso di alienazione. Le gradinate deserte dello stadio di Amman sembrano ergersi a protezione dei calciatori, separandoli simbolicamente e fisicamente dalle sofferenze che le popolazioni stanno subendo nei rispettivi paesi.
La decisione di giocare questa doppia amichevole, sostanzialmente ignorata dal mainstream calcistico, è stata presa frettolosamente all’inizio di novembre dalle rispettive federazioni. La Siria si è presentata con una squadra molto giovane con giocatori provenienti dalle selezioni giovanili. Tra i convocati non più di cinque avevano partecipato alla Coppa d’Asia 2011; il sospetto è che, al di là di un naturale ricambio generazionale, ci sia stata una discreta defezione di giocatori a sostegno delle posizioni del Consiglio nazionale siriano in opposizione al regime di Assad. Una circostanza, del resto, che si era registrata anche in Libia. Dall’inizio della guerra civile le performance della squadra siriana sono drammaticamente crollate e il campionato è fermo.
Per la cronaca il primo incontro, disputatosi in un deserto Amman International Stadium, è terminato 1 a 1. La Palestina è andata in vantaggio al 53° minuto con Musa Abujazar, ma è stata immediatamente raggiunta da Ahmad Al-Douni. Nella seconda partita le squadre si sono spostate al Prince Mohammed stadium di Zarqa, un sobborgo di Amman, e in questa occasione la Palestina ha prevalso per 2 a 1. Nel primo tempo Eyad Abugharqoud ha infilato una magistrale punizione alle spalle del portiere siriano e, sei minuti più tardi, Hussam Abu Saleh ha siglato il raddoppio grazie a un generoso rigore; nella ripresa, sempre dal dischetto, Ahmad Al-Douni ha accorciato le distanze per la Siria.
Attraverso il mondo del calcio la causa palestinese ha ricevuto diversi attestati di solidarietà, sia da parte di alcune tifoserie organizzate, sia di alcuni calciatori europei, tra cui il più celebre è sicuramente il trequartista del Real Madrid Mesut Özil, rimasto vivamente colpito dalle immagini del bambino morto a Gaza indossando la sua maglietta.