Siria, Libano. Quante dimissioni!
A conclusione di una settimana folle, si dimettono Mikati e al Khatib
L’epilogo non poteva che essere una domenica folle a conclusione di una settimana all’insegna dell’instabilità. Cosa succede in Libano? E in Siria? Ripercorriamo qualche tappa unita a spaccati di vita personale, così, tanto per non annoiarvi troppo.
Lunedì mattina mi sveglio e, come tutti i giorni della settimana, inizio a bere quantità sconsigliabili di caffè mentre leggo le notizie: A Istanbul Ghassan Hitto è stato eletto primo ministro del governo siriano in esilio.
Il primo istinto è di passare dal caffè al whiskey, peccato però che non bevo whiskey, ma il senso di depressione mi porta in quella direzione: chi è Hitto? Da dove salta fuori? A chi giova cambiare leader dell’opposizione ogni 10 minuti? Che fine farà ora Ahmed Moez al Khatib, nominato a Doha capo del Syrian national coalition? Khatib è un uomo stimato trasversalmente, religioso ma non politicizzato, vissuto a Damasco per tutta la sua vita ed esiliato solo da pochissimi mesi.
Il Signor Hitto ha passato gli ultimi 20 della sua vita in Texas. Sì avete capito bene in Texas, è come se domani nominassero me ministro degli Esteri. Martedì il regime accusa i ribelli di usare armi chimiche. I ribelli girano accuse al mittente. Obama visita Israele e sulla Siria dice: beh, no, non sono proprio armi “chimiche chimiche”. Letta la notizia chiamo un esperto di armi chimiche e mi dice che Obama formalmente ha ragione. Faccio un’ora di footing per smaltire la rabbia e poi scrivo un pezzo sulla micidialità delle armi “un po’ chimiche”.
Giovedì a Beirut si tengono manifestazioni e scioperi degli statali per l’innalzamento dei salari. Nel tardo pomeriggio un attentatore suicida si fa esplodere in una moschea centrale di Damasco per “punire” l’imam sunnita filo Assad, Al Buti. Oltre ad Al Buti vengono puniti “accidentalmente” altri 41 fedeli che si trovavano nel luogo di preghiera. Qualcosa si smuove dentro di me, la Siria scivola verso un altro girone infernale, ancora più basso, è l’inizio della “Pakistanizzazione”. finora non c’era mai stato un attentato dentro una moschea durante la preghiera. Per distrarmi vado al cinema, ma vedo un film sulla rivoluzione siriana… As if we were catching a cobra, davvero bello ma peggioro la situazione. vedi link http://www.abudhabifilmfestival.ae/en/archive/2012/films?f=10643
Venerdì preparo la pasta alla norma per tirarmi su di morale e invito un’amica a cena. Suona la porta, apro e la mia ospite mi annuncia: “il primo ministro libanese Mikati si è appena dimesso”. Dal balcone sentiamo raffiche di spari (succede ogni volta che un politico libanese parla alla nazione). Mangiamo la pasta senza governo. Il Paese sembra abituato a questa circostanza. (un po’ come il Belgio).
Sabato cerco di capire perché Mikati si è dimesso. E trovo la sua posizione ragionevole.
Domenica pranzo con amico a cui arrivano le notizie sul telefono. Il suo Iphone vibra alle 14:00. “Al Khatib, il leader dell’opposizione siriana, si è dimesso”. Ce ne dispiacciamo entrambi. Proviamo a cambiare discorso, in fondo è domenica! Alle 15:00 il telefono provoca un nuovo piccolo tsunami sulla mia insalata. “L’esercito siriano libero non riconosce Ghassan Hitto come legittimo primo ministro del governo d’opposizione”.
La notizia non va neanche commentata. Immaginiamo Assad brindare sereno nel suo palazzo presidenziale all’opposizione che si autodistrugge. Torno a casa e leggo che invece Assad sarebbe stato assassinato da una sua guardia personale. Notizia, non confermata, tanto assurda come la settimana appena conclusa.