Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 18:59
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Senza categoria

Sin City, una donna per cui uccidere

Immagine di copertina

la parodia di se stesso

Il ritorno di Robert Rodriguez e Frank Miller a Sin City (2005) era annunciato da tempo.
Il primo deve la propria carrera cinematografica al western autoprodotto (El Mariachi) che gli ha spalancato le porte delle major di Hollywood. Miller, invece, è autore di serie a fumetti come Batman, 300 e Sin City. Rodriguez è stato capace a sviluppare la propria carriera attorno alla preziosa collaborazione con Quentin Tarantino (Dal tramonto all’alba; Grindhouse), talvolta rimanendo fedele al proprio cinema, altre volte lavorando a produzioni commerciali per famiglie. Miller, dopo la disastrosa trasposizione di The Spirit (2008) di Will Eisner, non poteva che tornare a collaborare con il regista texano.

Sin City – Una donna per cui uccidere è un’opera fuori tempo massimo. Lo stile monocromatico, che aveva avuto una resa ottima all’uscita del primo film, ricreando l’estetica del fumetto, in questo caso è vittima di sè stesso. Incapace di stupire e ridotto ad una serie di dettagli ripetitivi, risulta poco funzionale alla caratterizzazione di luoghi e personaggi. La sensazione di post produzione digitale permea, infatti, l’intero arco narrativo, già di per sè piatto e mal costruito. La voce narrante si trascina a fatica verso una pretesa di serietà mai compiuta. Come già capitato con Machete (2010) e Machete Kills (2013), Rodriguez non ha capito che la propria forza potrebbe risiedere nell’esperimento una tantum, da creare e far morire nello stesso colpo.

A chiudere malamente questo quadro son le rappresentazioni delle figure femminili. Non essendoci alcun collegamento con il primo film, mancano completamente di motivazione. Il manierismo stilistico non risparmia il personaggio di Eva Green che, nel ruolo della donna di malaffare che ha fatto la fortuna del genere noir, si presenta in una nudità fedele al mezzo espressivo di origine. Senza conoscere le motivazioni di tale scelta, l’autoparodia della pellicola è completa.

 

di Alberto Rafael Colombo Pastran

Ti potrebbe interessare
Senza categoria / Donald Trump: "Dio vuole che sia io il presidente"
Senza categoria / Carla: tutto quello che c’è da sapere sul film sulla Fracci (replica Rai 3)
Senza categoria / Regno Unito, il nuovo capo delle forze armate: "Prepariamoci a un'eventuale guerra mondiale entro il 2027"
Ti potrebbe interessare
Senza categoria / Donald Trump: "Dio vuole che sia io il presidente"
Senza categoria / Carla: tutto quello che c’è da sapere sul film sulla Fracci (replica Rai 3)
Senza categoria / Regno Unito, il nuovo capo delle forze armate: "Prepariamoci a un'eventuale guerra mondiale entro il 2027"
Senza categoria / 101% Pucci: tutto quello che c’è da sapere sullo show
Senza categoria / Ferragni di nuovo a Sanremo? Amadeus: “Per me sì”
Senza categoria / Terremoto oggi in Italia 22 gennaio 2024: tutte le ultime scosse | Tempo reale
Senza categoria / Terremoto oggi in Italia 21 gennaio 2024: tutte le ultime scosse | Tempo reale
Senza categoria / Terremoto oggi in Italia 9 gennaio 2024: tutte le ultime scosse | Tempo reale
Cronaca / Foto shock della sanitaria: caposala posta la foto di lei che ricuce un cadavere. Verifiche dell’Asl di Brindisi
Politica / Migranti, Meloni: “Basita per sentenza Catania, pezzo Italia favorisce ingressi illegali”