Ryanair, ira presidente Enac: “Non mi faccio dire da un ad una cosa così grave”
Ryanair contro il presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma replica sulla richiesta delle sue dimissioni presentata dall’ad della compagnia irlandese Michael O’Leary.
“Sono discussioni – dice dopo la nota in cui si accusa l’Ente di errori che avrebbero ingannato il governo portandolo alla misura sul caro voli – che si fanno in sedi istituzionali, specie quando si affronta un decreto del governo ora all’esame del Parlamento. Più volte ho richiamato O’Leary a tenere in profilo più istituzionale. Da amico uno può anche divertirsi ma da presidente dell’autorità del trasporto aereo sentirsi dire da un amministratore delegato un fatto del genere è abbastanza grave. Il mio mandato ogni giorno è a disposizione del governo italiano, sicuramente non mi faccio dire una cosa così grave da un a.d. di una compagnia aerea. Diciamo che il garbo istituzionale è un po’ carente”.
“Il ministro e il viceministro Rixi hanno chiesto alle compagnie di mandare le loro osservazioni per vedere se c’è e qual è lo spazio di modifica del dl. È chiaro che il libero mercato è patrimonio di tutti ma il libero mercato è fatto anche di tutela del consumatore e il governo ha approcciato un percorso per garantire il passeggero rispetto a prezzi che questa estate sono esplosi. Ci sono state tratte nazionali che sono costate di più di quelle internazionali. Qualcosa che non va è sotto gli occhi di tutti”, ha poi detto Di Palma dopo il tavolo sui voli al Mimit. “Anche in Europa”, aggiunge, “esiste una costituzione che è il Trattato, che tende a favorire il collegamento da e per le isole e le zone periferiche dell’Europa. Soprattutto per i cittadini delle isole la mobilità aerea è un diritto”.