Persone ridotte in schiavitù: il triste primato dell’Italia, dieci volte più della Francia
Secondo Walk Free Foundation l'Italia è al 49esimo posto su 167 paesi, tra Guatemala e Malesia
La Walk Free Foundation (Wff) ha pubblicato il suo rapporto annuale sulla schiavitù. Anche TPI ha dato la notizia: 45,8 milioni di schiavi nel mondo, il 58 per cento in cinque paesi asiatici (india, Cina, Pakistan, Bangladesh e Uzbekistan), 167 i paesi coinvolti.
Ma quello che è passato un poco in secondo ordine è invece il posto occupato dall’Italia, il 49esimo, secondo in Europa solo dopo quello occupato dalla Polonia, con 129.600 persone ridotte in schiavitù.
Per “slavery” il WFF classifica fenomeni come il matrimonio forzato, l’accattonaggio forzato, la sottomissione per i debiti e l’usura, lo sfruttamento sessuale, il lavoro schiavizzato.
Quello che impressiona per la posizione italiana è però il rapporto con gli altri paesi.
Intanto l’Italia si colloca tra Guatemala e Malesia.
Supera poi buona parte dei paesi del Terzo Mondo.
Solo per esemplificare dopo l’Italia, sopra la soglia dei 100 mila schiavi, troviamo paesi come Niger, Somalia, Malawi, Mali, Zambia, Haiti,Repubblica Dominicana e Ghana.
E il resto dei paesi europei? La loro posizione è molto lontana da quella dell’Italia.
Colpiscono in particolare per distanza i principali paesi dell’Europa:
Germania al 117esimo con 14.500 persone ridotte in schiavitù
Francia al 124esimo posto con 12.000
Gran Bretagna al 127esimo posto con 11.700
Spagna al 134esimo con 8.400
Belgio al 157esimo con 2.000
Austria al 159esimo con 1.500
Svizzera al 160esimo con 1.500
Danimarca al 161esimo con 1.000
Irlanda al 163esimo con 800.
Domanda: che ci può dire in merito il governo Renzi?
Come è possibile che in Italia ci siano 129.600 schiavi e che, solo per fare un esempio, la Francia con una popolazione di poco superiore alla nostra ne abbia solo undecimo di tanto?