Partite Iva, la manovra non piace al M5S: anche il viceministro Buffagni all’attacco
Stanno suscitando polemiche le novità sulle partite Iva contenute nella manovra economica 2020. Fonti interne al Movimento 5 Stelle in queste ore stanno esprimendo la loro contrarietà.
La manovra prevede lo stop all’estensione della flat tax fino a 100mila euro che, in base alla Legge di Bilancio M5S-Lega, sarebbe dovuta scattare dal prossimo anno. Inoltre sono stati rivisti i parametri del regime dei minimi.
Da fonti pentastellate viene contestato che i limiti di reddito e di detrazione delle spese penalizzerebbero troppo gli autonomi per i quali è previsto il regime forfettario al 15 per cento fino a 65mila euro. La richiesta sarebbe quella di modificare le norme delineate nel Documento programmatico di bilancio inviato all’Ue.
Sul tema è intervenuto anche il viceministro dello Sviluppo economico, Stefano Buffagni (M5S): “Sto leggendo delle anticipazioni sul tema delle partite Iva, credo non sia corretto che l’anno scorso si sia messo in legge di Bilancio per le partite Iva in un certo modo e quest’anno la si stravolga, non è serio da parte di chi governa ogni anno cambiare le norme”, ha dichiarato.
“Siccome governiamo noi credo sia importante che noi come governo e come parlamentari ragioniamo per tutelare chi si è impegnato a mettersi in proprio con delle regole che lo Stato gli ha posto e che non possono cambiare tutti gli anni”, ha aggiunto il viceministro.
Dall’opposizione, intanto, il leader della Lega Matteo Salvini parla di “traditori del popolo”. “Ecco la ‘manovra Dracula’”, osserva il numero uno del Carroccio. “Tra gli aggravi selettivi di Conte anche l’aumento delle tasse per la scuola guida: dopo aver tolto risorse ai disabili questa nuova stangata peserà sui bilanci di giovani e famiglie e si aggiunge alle nuove tasse sui prodotti confezionati con plastica (acqua, biscotti, verdure e gelati), sulle partite Iva e sul Diesel. Noi saremo sabato a Roma in piazza San Giovanni per dire no a questa vergogna”.