In Puglia il primo olio prodotto da ulivi resistenti alla xylella: “Un segnale di rinascita per i produttori in crisi”
Puglia, nasce il primo olio che resiste alla xylella
Nasce in Puglia il primo olio che resiste alla xylella fastidiosa, prodotto cioè da ulivi resistenti al virus che ha messo in ginocchio la produzione nella regione a partire dal 2013.
L’olio è stato prodotto grazie all’innesto di piante malate con varietà di Leccino, che resiste meglio alla xylella, e inaugurato nell’azienda agricola di Giovanni Melcarnea a Gagliano del Capo, in provincia di Lecce.
Negli ultimi anni i ricercatori dell’Ipsp-Cnr, insieme a un team dell’Università di Bari e del centro di ricerca Basile Caramia, hanno infatti indicato il Leccino e altre varietà come sorprendentemente resistenti al batterio, che ha polverizzato la capacità produttiva di circa 21 milioni di piante in circa sei anni di contagio.
A differenza di altre piante, il Leccino sarebbe una delle coltivazioni capaci di ospitare il batterio senza seccare, e quest’anno il clima favorevole ha consentito di sfruttare le piante di questa varietà in anticipo.
Da qui la spremitura del nuovo olio resistente. Alla cerimonia di inaugurazione in provincia di Lecce hanno assistito frantoiani, agricoltori, consumatori e rappresentanti del mondo della ricerca.
“È un segnale di rinascita per la provincia di Lecce, che grazie alle varietà resistenti dovrà recuperare un patrimonio inestimabile, perso per ritardi, scaricabarile e mancata determinazione nella lotta al batterio che ha causato danni da 1,2 miliardi di euro”, ha affermato Savino Muraglia, presidente Coldiretti Puglia.
In Puglia si produce oltre la metà dell’olio Made in Italy, con un extra vergine stimato nel 2019 in aumento del 70 per cento grazie alla ripresa straordinaria delle aree di Bari, Bat e Foggia, con ottimi rendimenti nelle province di Taranto e Brindisi.
La situazione purtroppo è più drammatica in provincia di Lecce, dove la produzione di olio ha subito un calo del 90-95 per cento rispetto alle medie storiche a causa del batterio, sia nell’area Ionica che nell’Adriatica, in cui risultano produttive solo le piante di Leccino.
La produzione della nuova specie di olio rappresenta una boccata d’aria per la provincia, dove secondo un’analisi di Coldiretti Puglia sono andate perse quasi 3 olive su 4 con il crollo del 73 per cento della produzione di olio di oliva nell’ultimo anno, 5mila posti di lavoro in meno e frantoi svenduti all’estero.
Il presidente del Consorzio Olivicolo Italiano Unaprol, David Granieri, ha annunciato che ad ottobre consegnerà 200mila piante di ulivo Leccino resistenti alla xylella, che verranno affidate agli olivicoltori.
“Un impegno per non condannare alla desertificazione l’area infetta che riguarda 183mila ettari”, ha dichiarato Granieri.
Adesso, secondo gli olivicoltori, serve maggiore chiarezza sull’iter per i reimpianti e un piano comune tra governo e Unione Europea per la ripresa del comparto.