Olimpiadi a Roma nel 2024?
Il libro di Tito Forcellese ripercorre la storia di più di un secolo di candidature olimpiche italiane
Alla vigilia dei Giochi Olimpici invernali di Sochi 2014 ritorna in mente che l’Italia è in ballo per una possibile candidatura alle Olimpiadi estive del 2024. Il presidente del CIO Thomas Bach aveva parlato di Roma come “candidatura forte“, resta tuttavia il sospetto possa essersi trattato di una frase di circostanza. Se la capitale italiana vorrà candidarsi dovrà essere concretamente sostenuta, non solo dal CONI, ma anche dal governo. Solo così potrà pensare di essere veramente competitiva. All’interno del consesso Olimpico infatti la marcia indietro di Monti, che portò alla rinuncia di una candidatura romana per il 2020, non è stata certamente un bel biglietto da visita.
Al di là delle analisi sul significato che può avere oggi organizzare un grande evento sportivo internazionale, l’assenza del sostegno governativo ha rappresentato una costante nella storia italiana. Leggendo le pagine dell’attento e rigoroso libro di Tito Forcellese, L’Italia e i Giochi Olimpici un secolo di candidature: politica, istituzioni e diplomazia sportiva, si scopre infatti che il sostegno del governo venne a mancare, non solo in occasione dei Giochi del 1908 e delle candidature per il 1920/1924, ma anche in età fascista. La corsa contro la Germania di Weimar per i Giochi del 1936 si esaurì con il vuoto di potere seguito all’allontanamento di Turati dalle cariche politiche e sportive, quella contro il Giappone imperiale per i Giochi del 1940, a seguito di una volontà politico-diplomatica di Mussolini, il quale, per garantirsi il benestare del Giappone all’invasione italiana dell’Etiopia, non esitò a sacrificare la candidatura olimpica.
Si dovette così aspettare la Repubblica e la Democrazia per poter finalmente celebrare i Giochi Olimpici (Cortina 1956, Roma 1960, Torino 2006) in Italia. Quello di Tito Forcellese è un libro storico ma straordinariamente attuale. I limiti e gli errori del passato tendono infatti a riemergere nel presente. È una lettura consigliata, non soltanto per gli appassionati della storia dello sport, ma anche per tutti coloro che sono affascinati dal fenomeno olimpico e che sognano al più presto un’edizione a cinque cerchi nel Belpaese.