Non è un paese per Frontisti
Alle regionali francesi il doppio turno sbarra la strada alle Le Pen
Nemmeno nei migliori sogni.
Nemmeno nei migliori sogni di Francois Hollande le elezioni
regionali sono finite in questo modo.
E si. Non solo perché è stata evitata l’affermazione in
tutte le regioni del Front National (piazzatosi al primo posto in ben 6 regioni
su 13 al primo turno).
Non solo perché l’Union Sacrée di Poincareiana memoria ha
retto la prova elettorale, in nome di un’alleanza di tipo repubblicano ed
anti-frontista.
Ma anche perché in tutte le regioni in cui il Ps ha portato
avanti la linea dell’unità a sinistra, i propri candidati sono riusciti a
strappare la presidenza nelle rispettive regioni.
Non è facile raccontare la storia del rapporto tra Partito
Socialista ed il test elettorale regionale. Basti pensare che nel 2004 e nel
2010 i socialisti prima di Hollande e poi di Martine Aubry vinsero in tutte le
regioni, eccezion fatta per l’Alsazia.
Ma era una fase politica diversa. Quella a tradizione di
centrodestra, con quel “Partito della Nazione” ante-litteram che vedeva De
Gaulle come proprio feticcio, Pompidou come ispiratore pratico ed il Presidente
della Republique Jacques Chirac come leader assoluto.
Ora, dopo tre anni di sberle elettorali il fronte della
sinistra può rivendicare una vittoria. Che risulta vana rispetto ai precedenti
di cinque e undici anni fa. Ma sempre una vittoria.
Da questo quadro emergono alcune caratteristiche di assoluto
interesse. Uno per fronte politico:
Les Republicains –
Una Nuova Speranza?: i test elettorali locali sono sempre andati a
vantaggio delle opposizioni al governo ed al Presidente della Repubblica in
carica. Lo ha pagato per anni l’Ump, quando sembrava impossibile vedere entrare all’Eliseo un capo dello
stato della rosa nel pugno. Oggi invece, sono proprio quelli del centrodestra a
giovarsi di questa situazione.
Già nelle ultime dipartimentali i Repubblicani a sorpresa si
erano piazzati al primo posto scalzando il primato di Marine Le Pen e del Front
National alle europee 2014 (chiedere a Copé per maggiori informazioni). Ora i
Repubblicani non conquistano la maggioranza delle regioni. Ma è la prima volta
da vent’anni che possono vantare un così alto numero di Presidenti: novizi
della politica come Estrosi o vecchi volponi come Xavier Bertrand sono dunque
la base per un ipotetico e futuro governo di centrodestra.
Il quadro delle candidature (i Repubblicani sperimentano le
primarie presidenziali il prossimo anno: ne ho timore) appare però sempre in
chiaroscuro: Sarkozy può rivendicare il ruolo di argine al Front National, ma
al tempo stesso è andato peggio dei socialisti. Il suo concorrente da Bordeaux
Alain Juppé invece è andato molto male, con la sua candidata, nella regione Aquitaine-Limousin-Poitou-Charentes Ma può rivendicare il suo essere vittima del recente accorpamento delle
regioni, che hanno portato alla nascita di una regione immensa non molto dissimile
nella sua mostruosità all’accorpamento tra ex IX ed ex X Municipio di Roma.
Juppé nel corso della sua conferenza stampa dal comune,
proprio davanti alla cattedrale di Sant’Andrea, ha pronunciato un discorso
anomalo di stampo quasi orleanista. Pareva teso e si mangiava le parole. Non
gli veniva in mente la parola “Education”.
Front National –
Vittime del Sistema: se c’è un vincitore morale di questa tornata però si
tratta di Carletto de Gaulle: il sistema a doppio turno ha fregato ancora una
volta gli estremismi. Ed in questo caso la soglia di accesso era anche più
bassa rispetto a quella per l’Assemblea Nazionale (12.5%). Marine Le Pen
rivendica il risultato della sua gestione rispetto a quella del padre di cinque
anni.
Va benissimo. Ma restano fuori dal sistema. Sia Marine che
Marion Maresciallo (che tra l’altro ha posizioni molto più simili a quelle del
Movimento per la Francia di De Villiers che a quelle del nonno).
Non è escluso che il Front National tenda a spostare
ulteriormente la sua asse al centro, per rendersi ulteriormente presentabile
all’elettorato moderato. Un timore che nella destra moderata hanno in molti.
Per adesso risulta essere ancora di maggiore successo il
passaggio da Msi – Dn ad An rispetto a quello tra Jean-Marie e Marine.
Il Partito Socialista
e la sinistra – Uniti per l’Autonomia: il dato forse politicamente più
interessante è che raramente negli ultimi anni di politica francese i dati
matematici e numerici si sono riusciti a tramutare così facilmente in suffragi
elettorali. Qualche osservatore aveva fatto timidamente fatto notare, il giorno
dopo il primo turno, che in realtà se si sommavano socialisti, Front de Gauche
e i movimenti ecologisti…la sinistra era maggioranza relativa in molte regioni! La strategia di correre uniti a sinistra con questo unico cartello ha pagato in
molte regioni. Ancor più che i patti di desistenza a favore di Bertrand e
Estrosi a Calais e nella Regione PACA.
Le Drian, che corre in solitario in Bretagna, vince con
oltre il 50%. Ma è un caso singolo.
Ora prepariamoci ad un Manuel Valls in gran spolvero: i suoi
toni sulla guerra civile hanno fortemente danneggiato la Le Pen.
Domani ci sveglieremo con maggiori possibilità di una
staffetta dalle parti due Rue Solferino: col primo ministro candidato all’Eliseo
al posto di Francois Hollande.