Niente referendum sui matrimoni gay in Australia
Il senato australiano ha respinto una proposta del governo di centrodestra di sottoporre la questione della legalizzazione dei matrimoni gay a un plebiscito nazionale
Il senato australiano ha respinto la proposta di tenere un voto nazionale sui matrimoni tra persone dello stesso sesso, lunedì 7 novembre 2016.
La camera alta del parlamento australiano ha respinto il referendum che si sarebbe dovuto tenere a febbraio con 33 voti contrari e 29 a favore.
La proposta avrebbe avuto bisogno del sostegno dei parlamentari dell’opposizione dato che la coalizione liberal-nazionale ha una maggioranza di un solo voto alla camera bassa e non ha la maggioranza in senato.
Il governo di coalizione di centrodestra, guidato dal primo ministro Malcolm Turnbull, aveva deciso ad agosto di sottoporre la questione dei matrimoni gay a un plebiscito.
La bocciatura è un duro colpo per Turnbull, la cui popolarità è scesa a causa dell’incapacità di essere all’altezza della sua stessa reputazione progressista.
Ma questa sconfitta potrebbe anche significare che la legalizzazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso potrebbe slittare di anni.
Il partito laburista e altri politici all’opposizione, tuttavia, hanno criticato la proposta di referendum sostenendo che avrebbe innescato una diatriba spiacevole e non necessaria contro la comunità Lgbt australiana e ritengono che debba essere invece il parlamento a votare sulla questione.
Secondo un sondaggio realizzato ad agosto dall’istituto di statistica Gallup, il matrimonio tra persone dello stesso sesso incontra il sostegno del 61 per cento dei cittadini australiani.
Nella storia dell’Australia ci sono stati solo tre referendum, due in relazione alla coscrizione durante la Prima guerra mondiale e uno per scegliere l’inno nazionale nel 1977.