Gli aiuti umanitari per il terremoto del Nepal
Ospedali pienissimi e città senza luce. Nelle aree più remote del Paese si continua a scavare sotto le macerie
Un terribile terremoto ha colpito il Nepal sabato 25 aprile, e il bilancio delle vittime continua a salire. I morti accertati al momento sono quasi 4mila, secondo i dati diffusi dal Ministero dell’interno nepalese. I feriti più di 6mila.
Nelle zone maggiormente danneggiate, il 70% delle abitazioni è stato ridotto in macerie dal sisma. “Sono migliaia le persone che hanno dormito in strada o in rifugi
improvvisati” racconta Bimal Phnuyalil, Direttore di ActionAid in Nepal.
“Gran
parte della rete elettrica è stata distrutta. Anche le linee telefoniche sono
interrotte, e la capitale Kathmandu è ancora al buio. Manca tutto: beni di
prima necessità, acqua, cibo, e coperte, necessarie per far fronte alle basse temperature
e al rischio di ipotermia”.
Gli ospedali non
riescono a far fronte all’emergenza, e sono centinaia i feriti che attendono cure mediche nelle diverse strutture sanitarie. Non tutte le aree sono state raggiunte dai
soccorritori ed è per questo che il numero delle vittime è destinato a salire.
“È
molto complicato accedere in tutti i 21 distretti colpiti dal sisma, anche gli spostamenti più brevi sono ostacoli dai danni causati dal sisma. Le
strade sono pericolose e impraticabili.
Alla popolazione è stato chiesto di evitare
qualsiasi spostamento”, continua Bimal.
L’Unione europea ha messo a disposizione 3 milioni di euro, e una nota della Commissione conferma la valutazione dei bisogni primari stimata dalle Nazioni
Unite.
Il Nepal è una zona ad alto rischio sismico, perché si trova nel punto dove la placca indiana si scontra con quella eurasiatica. Il disastroso terremoto del 1934 fece 8.500 vittime.
Negli ultimi due decenni, il governo nepalese e
le varie organizzazioni della società civile che si trovano sul territorio
hanno dato il via a diversi progetti per rafforzare la capacità di resilienza
della popolazione ai terremoti e in generale alle calamità naturali.
ActionAid in collaborazione con The Economist Intelligence Unit (EIU) ha recentemente pubblicato
un rapporto che indica il livello di “resilienza” delle donne dell’Asia del sud.
Il rapporto presentato lo scorso anno prende
in esame la capacità di rispondere ai disastri naturali e la capacità da parte delle donne di tornare a una vita normale in 8
Paesi dell’Asia del sud, incluso il Giappone.
L’indice utilizzato nel report va da 0 a 100, dove 0
indica il peggior punteggio possibile e 100 il migliore. Il Nepal riporta un punteggio di 45,2.
Cinque dei distretti dove ActionAid lavora maggiormente sono stati
colpiti dal sisma. ActionAid, con una rete locale di attivisti e operatori, si è attivata immediatamente dopo il terremoto, cercando di mappare i bisogni prioritari.
“Ci stiamo occupando soprattutto
di donne e bambini, che rappresentano la parte più vulnerabile della
popolazione, principalmente per l’aumento degli episodi di violenza nelle situazioni di emergenza”, afferma il direttore di ActionAid in Nepal. Il numero di bambini colpiti dal terremoto sarebbe di circa un milione.
Vista la gravità della situazione, ActionAid insieme alle ONG del network AGIRE
ha deciso di attivare immediatamente un appello di raccolta fondi per garantire rapidi soccorsi alle
popolazioni colpite.