Maggie, una pacca e fu amore
Il risvolto inedito della passione di Margaret Thatcher per l'Italia
C’era già un pezzo d’Italia nel cuore di Margaret quando giovane moglie dell’imprenditore Dennis Thatcher, scelse il Bel Paese per trascorrere una delle prime vacanze insieme con il marito.
Di quel soggiorno tra cultura, ristorantini romantici e dolce far niente il ricordo che le rimase più impresso fu quella pacca sul sedere ricevuta da un giovanotto camminando per strada. L’aneddoto è stato raccontato da lei molti anni dopo, il 17 aprile del ’93, quando Margaret Thatcher si trovava a Varsavia ospite d’onore del suo grande amico Sir Charles Forte – primo lord italiano e re degli alberghi a cinque stelle – in occasione dell’inaugurazione del lussuosissimo Bristol. Tra gli invitati anche Paolo Filo della Torre e Carlo Rosella con cui l’ex premier britannico scambiò due parole, domandando ancora divertita dal ricordo se ciò che le accadde al primo impatto con l’Italia fosse una consuetudine locale.
Ma quello tra Margaret Thatcher e il nostro paese fu un amore vero, quasi un incantesimo che porta gli inglesi a lasciarsi stregare volentieri dai sani vizi e dalle pigrizie tipiche dell’Italia migliore.
Il suo buen ritiro era a Palombara Sabina, nella campagna laziale a 29 chilometri da Roma, a casa dell’amica Lady Carla Powell, moglie di Charles Powell, consigliere di fiducia e uomo che costruì la politica estera di Margaret Thatcher.
Questo paese tra Mentana e Montelibretti, dove l’acqua arriva a malapena e le strade non sono asfaltate, di presenze eccellenti ne ha viste parecchie nel corso degli anni, tutte di passaggio perché dirette alla villa, sempre la stessa.
Tra le personalità presenti a casa Powell, un habitué è tuttora Mario d’Urso, ex banchiere e senatore il cui nome, spesso, sui giornali ha accompagnato quello di altre celebrità. Racconta di aver conosciuto Margaret Thatcher qualche anno prima che diventasse Primo Ministro – carica ricoperta dal ’79 al ’90 – in campagna quando entrambi erano ospiti di Lord Thorneycroft, uno dei più grandi sostenitori del futuro premier. L’allora banchiere, che faceva la spola tra New York e Londra triangolando con Roma, ricorda: “Era molto simpatica e faceva grandi battute.”
Per il mondo era Margaret Thatcher, soprannominata The Lady oppure la Lady di ferro, ma per una cerchia molto ristretta di amici era La Bionda, nomignolo che Mario d’Urso le affibbiò durante l’incontro nelle campagne inglesi e che le rimase negli anni, quasi un nome in codice, come ricorda Lady Powell: “Mario (d’Urso), sei stato il primo a chiamarla così.”
Durante i soggiorni in Italia, sia da primo ministro che da parlamentare, era sempre in compagnia di Lady Carla Powell, “a Roma amava fare shopping e andare a mangiare al ristorante” racconta d’Urso: “Una sera, prima di cena, Margaret Thatcher venne a casa mia a bere un drink con alcuni amici”.
Da tanti anni ormai non veniva più in Italia, ma i suoi luoghi e i suoi amici non hanno dimenticato la Bionda che cambiò la Gran Bretagna, sempre divisa tra odio e amore, che oggi si prepara ai funerali solenni con gli onori militari, ma non di Stato come richiesto dalla Thatcher stessa. Si svolgeranno il 17 aprile prossimo. Ma nonostante il lutto nazionale, una canzone fa scoppiare il panico alla BBC (rete televisiva e radiofonica nazionale).
Il giorno della morte della Lady di ferro l’8 aprile scorso una melodia di 73 anni prima è entrata nella classifica delle prime 10 più vendute su iTunes UK, “Ding Dong The Witch is Dead”, tratta dalla colonna sonora “Il Mago di Oz”. Il riferimento è chiaro, perché la Thatcher è stata spesso chiamata ‘la strega’ dai suoi più feroci oppositori.
L’imbarazzo della BBC nasce dal fatto che la domenica durante il programma Sunday’s Official Chart Show vengono trasmesse le canzoni più vendute della Gran Bretagna e quindi la scelta è tra censura e cattivo gusto. L’emittente spiega che è stata scelta la seconda strada ma che verrà dedicato uno spazio nel quale si spiegherà perché questa canzone si trova in classifica.
Ancora una battaglia, l’ultima, per la Lady di ferro, prima del commiato, ma non poteva essere diversamente per chi ha vissuto una vita come la sua.