Perché M5s e Lega ce l’hanno tanto con il ministro Tria?
Da giorni il ministro dell’economia Giovanni Tria è sotto attacco da M5s e Lega.
Ultimo teatro di scontro riguarda la figura di Claudia Bugno, la consigliera del ministro Tria che il 2 aprile ha rinunciato all’incarico in Stmicroelectronics, l’azienda italo-francese di componentistica elettronica.
A chiedere la testa della Bugno erano stati principalmente i 5 Stelle, che non soddisfatti del passo indietro appena fatto dalla consigliere chiedono che rinunci anche al suo incarico nel Mef.
A scatenare le polemiche è il legame che intercorre tra la Bugno e Pier Andrea Chevallard, ad della Tinexta spa che ad ottobre ha assunto il figlio della moglie di Tria.
Il ministro dell’Economia però non ci sta e si sfoga in un’intervista al Corriere della Sera: “Ho subito un attacco spazzatura sul piano personale. Le cose possono apparire molto diverse a seconda di come si presentano”.
“Ci sono violazioni della privacy. Mi chiedo chi è che passa ai giornalisti queste cose”, ha proseguito il ministro, riferendosi agli attacchi personali ricevuti.
Ma il “caso Bugni” è solo l’ultimo di una lunga serie di questioni che hanno via via allontanato il ministro dagli alleati di Governo. I 5 Stelle infatti non sono soddisfatti del lavoro del capo del Mef, che mette spesso a freno le richieste del Movimento.
L’attrito fra i 5 Stelle e Tria non a caso ha avuto inizio con le prime scelte sulla legge di bilancio e la querelle sulla Bugno è un ottimo pretesto per sminuire la figura del ministro dell’Economia.
Ma i pentastellati non sono gli unici ad attaccare il capo del Mef. Come scrive Repubblica, anche Salvini ha ripreso Tria per non aver fatto abbastanza in merito alle misure che dovrebbero risarcire i risparmiatori colpiti dai crac bancari.
Il leader della Lega ha diretto parole dure contro il ministro in diretta tv: “Sto perdendo la pazienza. C’è fiducia piena e totale in lui, però deve fare in fretta, il provvedimento è sul suo tavolo da un mese e mezzo”.
Come spiega Il Giornale, il provvedimento per i risarcimenti non è più presente nel decreto Crescita e sarà presentato come decreto ministeriale attuativo della legge di Bilancio, rischiando così di venire bloccato da Bruxelles.
Con il passare delle ore e il montare della tensione all’interno del Governo, il vicepremier Luigi Di Maio ha cercato di riportare la calma: “Tria deve stare tranquillo, non dico sereno…e continuare a fare il ministro”.
Alla fine l’allontanamento del ministro dal Mef non gioverebbe a nessuno, come affermato dallo stesso Tria al Corriere: “Come reagirebbero i mercati se andassi via dal governo?”