Lei (Her)
Jonze e la dittatura della scrittura
Spike Jonze ha coronato la prima fase di un’eclettica carriera con l’Oscar per la Miglior Sceneggiatura Originale 2014.
Tale riconoscimento, del tutto meritato, rappresenta l’approdo a un’ipotesi di sintesi ottimale fra lo straordinario successo raggiunto in più ambiti dell’industria dell’audiovisivo e il germe della scrittura concettuale da cui son nate tutte le opere cinematografiche di Jonze.
Nei film precedenti si assiste a una mimesi del punto di vista di un altro essere umano, di un doppelgänger metanarrativo, degli impulsi ferini dell’infanzia. La natura di Lei, così come delle altre opere del regista, consiste nella continua espansione di spazi che giocano con il linguaggio del cinema, in cui i personaggi si ritrovano a fuggire dalla realtà, fra forti riflessioni sull’intimità e crisi dell’identità individuale. Qui Jonze assume una netta posizione filosofica, strizzando l’occhio a una tecnocrazia dei sentimenti.
Si può amare la voce di un software? Staccatosi dall’approccio più cerebrale delle sue prime due opere, Jonze, ci porta di fronte a un completo abbraccio empatico con il protagonista, Joaquin Phoenix, che per lavoro scrive lettere d’amore di altri.
Ricordando che si tratta della sua quarta pellicola, il percorso graduale che l’ha portato a essere autore a tutto tondo è quanto di più fisiologico si possa immaginare. Jonze è stato per anni firma di prima categoria di iconici videoclip musicali che hanno segnato indelebilmente l’ultimo decennio del secolo scorso – Sonic Youth, R.E.M., Björk, Daft Punk, Fatboy Slim, The Chemical Brothers, Beastie Boys – video e documentari sulla cultura dello skateboard, una programma trash per MTV – Jackass – corti e pubblicità nominate per l’eccellenza nei rispettivi settori.
L’esordio e il secondo film sono stati due viaggi straordinari nella complessità della mente umana e della narrazione – Essere John Malkovich, Il ladro di orchidee – ed entrambi portano la firma di Charlie Kaufman, ponte di scrittura fra Jonze ed il suo gemello artistico, il francese Michel Gondry – Se mi lasci ti cancello, L’arte del sogno. Il terzo progetto è la trasposizione cinematografica di un romanzo per ragazzi – Nel paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak – scritto a quattro mani con lo scrittore Dave Eggers.
Lei, il film della consacrazione da parte dell’Academy, è il primo scritto interamente di suo pugno, e speriamo che non sia anche l’ultimo.
di Alberto Rafael Colombo Pastran