Le Femen in carcere
Una corte tunisina ha condannato in primo grado tre attiviste Femen a quattro mesi di carcere, in seguito alla loro protesta
Le tre attiviste del gruppo Femen arrestate a Tunisi sono state condannate in prima istanza dalla giustizia tunisina a quattro mesi di carcere. Colpevoli di aver violato “la decenza e il pudore” per aver mostrato il loro seno in pubblico, come protesta per l’arresto della giovane blogger Amina Sboui.
Le tre Femen – le francesi Pauline Hillier e Marguerite Stern e la tedesca Josephin Markmann – sono state difese in aula da un collegio di avvocati tunisini. “Non abbiamo mostrato il seno per causare eccitazione sessuale, la nostra è stata una forma di attivismo”, ha detto Stern.
Ma il gesto non è stato tollerato dalla comunità e dagli avvocati delle associazioni islamiche che hanno chiesto di costituirsi parte civile nel processo, ricordando alle tre attiviste che “è proprio l’Islam a onorare le donne e a offrire loro la libertà, non è il topless a garantirla”. Alle manifestanti un altro avvocato della controparte ha ricordato: “Una donna libera preferisce restare affamata piuttosto che mangiare grazie al proprio seno”.
Proprio le associazioni integraliste, durante il processo, avevano chiesto che tra i capi d’accusa venisse inserito anche il reato di attentato alla sicurezza dello Stato, cosa che avrebbe fatto aggravato la pena inflitta alle tre Femen.
Alla condanna di quattro mesi, il movimento Femen, attraverso il suo leader Inna Shevchenko risponde: “Con questa condanna il potere tunisino dimostra al mondo di ignorare le convenzioni democratiche internazionali. Ammessa questa condanna, possiamo affermare che Amina, come cittadina tunisina, rischia la lapidazione”. Nel frattempo a Madrid, Bruxelles e Stoccolma altre attiviste hanno manifestato a seno nudo in segno di solidarietà per le compagne detenute a Tunisi.