Il Papa e l’ONU
Incontro tra Bergoglio e Ban Ki-Moon al centro dell'agenda la povertà nel mondo
Papa Francesco ha invitato il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, e gli altri dirigenti delle Nazioni Unite, ricevuti oggi in Vaticano, a promuovere “una vera mobilitazione etica mondiale” che “diffonda e applichi un ideale comune di fraternità e di solidarietà, specialmente verso i più poveri e gli esclusi” e si opponga alla “economia dell’esclusione”, alla “cultura dello scarto” e alla “cultura della morte”.
Bergoglio ha puntualizzato – riferendosi alle agenzie internazionali – che: “E’ proprio della funzione direttiva non conformarsi mai ai risultati acquisiti, ma impegnarsi ogni volta di più, poiché ciò che è stato conseguito si assicura soltanto cercando di ottenere ciò che ancora manca. Nel caso dell’organizzazione politica ed economica mondiale, quello che manca è molto, visto che una parte importante dell’umanità continua ad essere esclusa dai benefici del progresso e, di fatto, relegata a esseri umani di seconda categoria”.
In ballo ancora la questione – sollevata da alcune associazioni – della pedofilia e della tortura che in modo non sempre coerente è stata portata contro la Santa Sede. In questi anni il Vaticano ha fatto molto contro la pedofilia, riducendo allo stato laicale quasi 900 preti in tutto il mondo e innalzando gli standard di accesso ai seminari, tuttavia la posizione antiabortista della Chiesa è spesso utilizzata da alcuni gruppi di pressione come argomento per attaccare la Santa Sede derubricando questo convincimento come “attacco alla libertà personale”.
Tuttavia Monsignor Silvano Maria Tomasi, nunzio apostolico presso l’ONU, ha spiegato di recente in alcune interviste come la Santa Sede sia bene apprezzata dalla comunità internazionale e che questi attacchi vengano solo dalle associazioni presenti come osservatori negli organismi internazionali.