Il mondo questa settimana
Uno sguardo agli eventi più importanti degli ultimi sette giorni
Un rapporto affidato dalla Commissione europea antifrode (Olaf) all’azienda PricewaterhouseCoopers (Pwc) ha stimato i costi della corruzione in otto diversi Paesi dell’Unione Europea e in cinque settori chiave dei contratti pubblici: in base ai dati raccolti, in Italia 1 appalto su 10 sarebbe inquinato da fenomeni di corruzione [Leggi l’articolo].
In Italia è giunta al termine la conta dei morti nell’ultimo naufragio di Lampedusa: il bilancio finale è di 311 morti. La gestione dell’episodio da parte dell’Italia è stata oggetto di numerose polemiche [Leggi l’articolo].
In Germania, i conservatori di Angela Merkel e il partito dei Verdi hanno deciso di portare avanti le trattative per formare una coalizione di governo composta da entrambi i partiti: si tratterebbe di un fatto senza precedenti, per il Paese [Leggi l’articolo].
Restano in Russia gli attivisti di Greenpeace fermati dopo un’azione dimostrativa nell’Artico: all’accusa di pirateria, le autorità russe hanno aggiunto quella di trasporto di droga, definita dal movimento ambientalista “una calunnia, una montatura pura e semplice” [Leggi l’articolo].
Janet L. Yellen è il nuovo presidente della Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti. Succede a Ben Bernanke, che è stato a capo dell’istituzione americana negli ultimi otto anni. È la prima donna a ricoprire tale incarico [Leggi l’articolo]. Non si sblocca intanto l’impasse del governo americano: il recente incontro del presidente Obama con i repubblicani della Camera dei Rappresentanti non ha portato a un accordo che consenta di superare lo shutdown.
A Rio de Janeiro, in Brasile, la popolazione è scesa in piazza per protestare contro i salari troppo bassi e l’uso della violenza da parte della polizia nelle precedenti contestazioni. La manifestazione è degenerata in scontri con le forze dell’ordine [Guarda le immagini]
Sulle orme del suo predecessore Chavez, il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha chiesto all’Assemblea Nazionale di concedergli poteri speciali per emanare decreti. L’obiettivo sarebbe quello di combattere con più efficacia i problemi economici del Paese [Leggi l’articolo].
A sei mesi dalle elezioni che decideranno il suo successore, il presidente dell’Afghanistan, Hamid Karzai, ha accusato la Nato di non essere stata capace di portare la stabilità nel Paese, in dieci anni di intervento [Leggi l’articolo]. I fratelli del presidente hanno intanto iniziato una campagna per prendere il potere nel Paese, e non escludono di usare la loro influenza per permettere ad Hamid di rimanere al governo dopo la fine del suo secondo mandato in aprile [Leggi l’articolo].
In Pakistan, nella periferia di Peshawar, l’esplosione nei pressi di un centro di vaccinazione antipoliomelite ha causato la morte di due persone e il ferimento di altre venti [Leggi l’articolo]. Nel frattempo Malala Yousafzai, la sedicenne pachistana simbolo della lotta per il diritto all’istruzione, ha ricevuto il premio Anna Politkovskaja per i difensori dei diritti umani in zone di guerra e il premio Sakharov per la libertà di pensiero. La ragazzina è stata anche la più giovane candidata al premio Nobel per la pace 2013, poi assegnato all’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) [Leggi l’articolo].
Le esercitazioni navali di Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud hanno provocato una dura reazione da parte della Corea del Nord, che ha accusato gli Stati Uniti di “aggressione imperialista” [Leggi l’articolo].
Nel quarantesimo anniversario della cosiddetta Guerra d’Ottobre del 1973 contro Israele, in Egitto hanno avuto luogo sanguinosi scontri tra sostenitori dei Fratelli Musulmani e forze dell’ordine, durante i quali sono morte almeno 50 persone [Leggi l’articolo].
Il primo ministro della Libia, Ali Zeiden, è stato sequestrato e rilasciato nell’arco di una giornata da ex ribelli della ‘Camera dei rivoluzionari di Libia”. Il motivo del gesto è da ricercarsi nel recente arresto di Abou Anas al-Libi, considerato il leader di Al Qaeda nel Paese [Leggi l’articolo].
L’Onu ha approvato una risoluzione che prevede la creazione di una forza di peacekeeping sostenuta dall’Unione Africana per intervenire in Repubblica Centrafricana, dilaniata dalla guerra civile. Nel frattempo, il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR ) di Ginevra e dell’Istituto Pasteur hanno lanciato l’allarme epidemia in Madagascar: tra i detenuti delle prigioni, sovraffollate e sporche, si sta diffondendo la peste bubbonica [Leggi l’articolo].