Il mondo questa settimana
Uno sguardo agli eventi più importanti degli ultimi sette giorni
L’espulsione dall’Italia della moglie e della figlia del dissidente kazako Mukthar Ablyazov ha gettato il Paese al centro di uno scandalo internazionale. Il caso ha anche messo a rischio la tenuta del governo italiano, portando prima alle dimissioni del capo di gabinetto del Viminale Giuseppe Procaccini e a una mozione di sfiducia nei confronti del ministro dell’Interno Angelino Alfano (poi respinta dal parlamento) [Leggi l’articolo]. Lo scandalo corruzione che ha avvolto il premier spagnolo Mariano Rajoy non si placa: l’ex tesoriere del Partito popolare, Luis Bárcenas, ha confermato la veridicità dei documenti pubblicati da quotidiani spagnoli, secondo i quali il PP avrebbe ricevuto fondi in nero. Intanto, in Russia, il blogger dissidente Alexei Navalny, potenziale rivale di Putin alle prossime elezioni presidenziali, è stato condannato a 5 anni di prigione per corruzione. In seguito al pagamento di una cauzione è stato rilasciato, in attesa del processo di appello. La sentenza ha innescato forti proteste nel Paese [Leggi l’articolo]
L’Inghilterra e il Galles hanno legalizzato il matrimonio omosessuale, dopo il travagliato percorso del progetto di legge sostenuto dal premier David Cameron [Leggi l’articolo] Il governo greco ha approvato un pacchetto di riforme che prevede tagli significativi nel settore pubblico, compatibili con le richieste dell’UE e del FMI. Il provvedimento ha scatenato forti proteste.
La sentenza di non colpevolezza di una corte in Florida nei confronti di George Zimmerman, accusato dell’omicidio dell’afroamericano Trayvon Martin, ha innescato proteste in tutti gli Stati Uniti [Leggi l’articolo]. Il Texas ha approvato una legge che impone restrizioni all’applicazione dell’aborto. Il pronunciamento dei legislatori era stato rimandato dalla protesta della senatrice democratica Wendy Davis, che aveva tenuto un discorso di oltre 10 ore per far scadere i termini della votazione. Il governatore Rick Perry ha tuttavia convocato una sessione legislativa speciale. In Messico, è stato arrestato il leader della banda degli Zetas, Miguel Ángel Treviño Morales. La gang è nota per la sua brutalità, e l’arresto è stato immediatamente rivendicato dal presidente Enrique Peña Nieto come un grande successo nella lotta alla droga [Leggi l’articolo]. Pablo Longueira ha dato le dimissioni come candidato alla presidenza per la coalizione di centrodestra in Cile, adducendo motivi di “depressione”. Secondo i sondaggi aumentano le probabilità di vittoria della ex presidente Michelle Bachelet, leader della formazione di centrosinistra. Nel frattempo, i leader del blocco di sinistra del Mercosur ha minacciato di ritirare i propri ambasciatori da quattro Paesi europei come segno di protesta per il recente dirottamento dell’aereo presidenziale boliviano di Evo Morales, a causa del sospetto che Edward Snowden potesse trovarsi a bordo. Nel frattempo, la “talpa del Datagate” ha chiesto asilo temporaneo in Russia. Bolivia, Nicaragua e Venezuela gli hanno offerto asilo [Leggi l’articolo].
Una nave nordcoreana è stata fermata a Panama: a bordo, la Marina militare panamense ha rinvenuto componenti missilistici cubani, nascosti in un carico di zucchero. Cuba ha ammesso la presenza dei missili propri su quel cargo, spiegando però che si tratterebbe di elementi obsoleti da riparare [Leggi l’articolo].
Il governo ad interim dell’Egitto ha prestato giuramento, in seguito all’esautorazione dell’ex presidente Morsi da parte dell’esercito. Tra i ministri, tre donne e tre cristiani copti. I Fratelli Musulmani sono stati tagliati fuori dalla formazione, e hanno organizzato diverse proteste pro Morsi, molte delle quali degenerate in violenze [Leggi l’articolo]. Il segretario di Stato americano John Kerry ha incontrato in Giordania alcuni rappresentanti della Lega Araba, con l’intento di rilanciare i negoziati di pace con Israele. Finora la sua proposta non sembra aver convinto i due schieramenti [Leggi l’articolo]
Un tribunale di guerra in Bangladesh ha condannato a 90 anni di prigione per crimini di guerra l’ex leader del partito islamico Jamaat-e-Islami, Ghulam Azam, e alla pena di morte il segretario del partito, Ali Ahsan Mohammad Mojaheed [Leggi l’articolo]. Almeno 22 bambini sono morti nello stato indiano di Bihar, dopo aver mangiato un pasto avvelenato alla mensa scolastica [Leggi l’articolo] Un leader dei talebani del Pakistan ha scritto a Malala Yousafzai, la ragazzina simbolo della lotta per il diritto all’istruzione, chiedendole di porre fine alla “propaganda” contro di loro. La lettera è stata pubblicata poco dopo il discorso tenuto da Malala alle Nazioni Unite [Leggi l’articolo]