Lʼacqua radioattiva di Fukushima sarà sversata nel Pacifico: si teme disastro ambientale
Dopo il sisma del 2011 la Tepco ha stoccato più di un milione di tonnellate di acqua contaminata
Lʼacqua radioattiva di Fukushima sarà sversata nel Pacifico
La società Tokyo Electric Power, che gestisce la centrale nucleare giapponese di Fukushima gravemente danneggiata dal sisma e dallo tsunami di marzo 2011, sverserà direttamente nell’Oceano Pacifico acqua radioattiva.
Rischio disastro nucleare
La notizia è stata riportata sul quotidiano Britannico The Telegraph, dopo l’annuncio del ministro dell’Ambiente Yoshiaki Harada, che ha sottolineato che si tratta dell’unica opzione possibile.
Così Tokyo sta pianificando di rilasciare in mare 1,09 milioni di tonnellate di acqua inquinata: l’equivalente di 436 piscine olimpioniche.
Violente sono state le reazioni di residenti locali e organizzazioni ambientaliste. Corea del Sud e Taiwan temono che la radioattività del secondo peggior disastro nucleare della storia potrebbe riversarsi sulle loro rive.
Le responsabilità della Tepco
Nel 2015 il gestore dell’impianto, la Tokyo electric power company (Tepco), ha iniziato, lo sversamento in mare dell’acqua di falda radioattiva.
Acqua che, a detta della stessa Tepco, avrebbe dovuto essere filtrata e depurata dal sistema di advanced liquid processing di Hitachi. In base al progetto l’impianto di depurazione avrebbe dovuto rimuovere le sostanze radioattive come lo stronzio e il cesio, ma non il trizio, un isotopo radioattivo dell’idrogeno.
Alla fine dello scorso settembre Tepco è stata costretta ad ammettere che circa l’80 per cento dell’acqua immagazzinata a Fukushima contiene ancora sostanze radioattive al di sopra dei livelli legali.
La società ha dovuto riconoscere che i livelli di stronzio 90 sono oltre i livelli consentiti dalla legge.
Fukushima acqua radioattiva: i danni per la salute
“È fondamentale confermare con precisione quali radionuclidi sono presenti in ciascuno dei serbatoi e le loro quantità. Finché non sappiamo cosa c’è in ciascun serbatoio per i diversi radionuclidi, è difficile valutare qualsiasi piano per il rilascio dell’acqua e gli impatti previsti sull’oceano”, ha detto Ken Buesseler, un ricercatore di chimica marina dell’Woods Hole Oceanographic Institution degli Stati Uniti.
La presenza di stronzio nelle ossa di piccoli pesci che potrebbero essere consumati dagli esseri umani potrebbe essere una delle maggiori preoccupazioni. Se ingerito dall’uomo, lo stronzio 90 si accumula nei denti e nelle ossa e può causare cancro alle ossa o leucemia.