Dai robots alle case senza cucina, otto food-trend del 2020
Cosa porterà questo 2020 nel “carrello della spesa” del mondo del food tech? Basta essere attenti osservatori, navigare sui social e leggere i giornali per scovare un po’ di food trend interessanti. Con l’aiuto del guru del food tech, Simone Ridolfi, numero uno del gruppo MVND, CEO di Foodys.it e cofounder di OffLunch, ve ne raccontiamo otto: alcuni, come le app antispreco, stanno già spopolando; altri, come i frigoriferi intelligenti e le case con cucine condivise stanno guadagnando un certo terreno nel campo del successo. E poi ci sono progetti rivoluzionari mossi da uno scopo nobile, belli da raccontare ma che forse faranno fatica ad affermarsi.
1. Delivery robots: dai droni volanti ai piccoli robots su strada (come quelli di KiwiBot), il mondo della consegna a domicilio del food sta radicalmente cambiando. Certo, in Italia toccherà aspettare ancora un po’. Forse anni, ma è bene tenere sott’occhio quel che accade nel resto del mondo.
2. Nuove vendor-machine: dimenticate le classiche “macchinette” che erogano caffè e tramezzini confezionati che possono rimanere lì chissà per quanto. A breve saranno sempre più diffusi i frigoriferi intelligenti da cui usciranno pietanze fresche e sane come succhi di frutta, vellutate di verdura, insalate di cereali, yogurt con granola. I brandi di riferimento sono Bytesfood e Frescofrigo: sì, in Italia già ci sono questi frigoriferi.
3. Dal salame di seitan alle “carni coltivate in laboratorio”. Ebbene sì, succede anche questo e il nome di riferimento è Future Meat, che col suo progetto vuole trovare una soluzione per rispondere al fabbisogno della popolazione mondiale, ma in una maniera sostenibile. Quel che fa questa azienda Israeliana è produrre “carne animal-free che non compromette il valore nutrizionale, l’aroma o il sapore”. Quindi: no fienili, stalle e campi per l’allevamento, ma bioreattori che possono adattarsi velocemente alle esigenze di mercato. E soprattutto, per gli amanti della bistecca, prodotti non distinguibili dalle carni di origine animale.
4. Lotta agli zuccheri. Dopo la lotta alle carni, le battaglie di questi anni saranno contro gli zuccheri. Sempre più aziende e start-up hanno realizzato (come Nutrition Innovation Group), e altre stanno lavorando per farlo, prodotti con basso contenuto di zuccheri e carboidrati. Ma non per dimagrire, bensì per questioni legate alla salute: ed è proprio questa la novità.
5. Case senza cucina: fino a qualche anno fa c’era solo il take-away e avere una pizzeria vicino casa che consegnasse margherite e supplì era quasi ritenuto un lusso. Poi col food delivery si è passati a ordinare a casa “una volta tanto”, poi una a settimana, magari in concomitanza di una partita di calcio da vedere con gli amici. Oggi, invece, c’è chi il pranzo e la cena a casa li preferiscono per mancanza di tempo o per dedicarsi ad altro. Per questo start-up come Foodys.it sono sempre più presenti sul territorio nazionale, mentre altre, come Live Colonies, propongono studios o appartamentini con cucine condivise.
6. Mense in ufficio: nomi come OffLunch e EatsReady, entrambi nomi italiani, consentono ai lavoratori di pranzare in ufficio, accanto ai colleghi, senza scendere nella solita tavola calda o accontentarsi del classico panino dove a variare, di tanto in tanto, sono solo gli ingredienti. Già da qualche tempo, dunque, è possibile ordinare pietanze fresche ed espresse, ovviamente diverse, da farsi consegnare in ufficio alla stessa ora: una mensa a domicilio che rispecchia i gusti di tutti, da chi, vegetariano, sceglie un wrap con verdure a chi, invece, tradizionalista, ha voglia di una lasagna con ragù.
7. Ristoranti, sì, ma senza tutto-fatto-in-casa. Certo, per il Belpaese, patria della dieta mediterranea, una roba così è poco concepibile. Anche nei sogni. Eppure start-up come Soul-K propongono ai ristoranti prodotti semi-lavorati pronti per finire nelle mani dello chef. Qual è il senso? I ristoranti, oltre a luoghi dove fare esperienza, diventeranno ben presto concepiti come posti dove riunirsi per socializzare e per ritrovarsi. Non più solo per “nutrirsi” o per fare un’esperienza gastronomica d’alto livello, quindi.
8. No agli sprechi: MyFoody e TooGoodToGo evitano che cibo ancora buono venduto da supermercati o piccoli negozi di vicinato alimentare finisca nella spazzatura. Viene venduto a prezzi nettamente inferiori, rimesso in circolazione e consumato. Bello, vero?
Secondo Ridolfi, “chiunque stia valutando di aprire o rilanciare un attività nel mondo del food, che sia un ristoratore o meno, dovrebbe guardare a questi trend, che sono già oggi centrali e saranno sempre più importanti nei prossimi anni”. Ristoratori, imprenditori e start-upper, dunque, dovranno tenere conto di tutto ciò. Come anche i cittadini di tutto il mondo, che tra qualche anno potrebbero ritrovarsi in un mondo totalmente avanzato dal punto di vista del food tech.