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“Qui operatori non protetti dal Covid”: il focolaio nell’Rsa di Ischia e De Luca che continua a minimizzare

 

Il focolaio nell’Rsa Villa Mercede di Ischia e De Luca che minimizza

“A Ischia abbiamo avuto un problema in una casa di riposo per anziani, ma è stato gestito in maniera eccellente dall’Asl Napoli 2 […] Non manca mai qualcuno che vorrebbe farci perdere tempo, noi non perderemo nemmeno un minuto dietro a una scemenza. Abbiamo avuto il dubbio di mettere in quarantena qualche grande comune della Regione ma farlo non è semplice. Il lavoro di contenimento, di controllo sui contatti avuti dai contagiati, di isolamento dei ceppi familiari è andato avanti in maniera positiva e quindi abbiamo tirato un sospiro di sollievo”. Vincenzo De Luca, 24 aprile 2020. Nel caso di Villa Mercede e del focolaio scoppiato sull’isola partenopea, l’Asl ha operato in maniera “eccellente” e “corretta”: sono questi i due termini con cui il governatore De Luca ha voluto giudicare l’operato del direttore generale Antonio D’Amore e del suo staff, nel corso della diretta Facebook con cui solitamente informa i cittadini campani degli aggiornamenti sull’emergenza Coronavirus.

Tutto è bene quel che finisce bene insomma. Peccato che sull’Isola di Ischia non la pensino tutti così. Soltanto ieri, una terza anziana della Rsa (residenza per anziani) Villa Mercede è stata trasportata in codice rosso all’Ospedale Rizzoli di Lacco Ameno. Il trasferimento è avvenuto con i mezzi del 118 intorno alle 21.30. La donna, degente presso la residenza di Serrara Fontana, già affetta da patologie pregresse, era risultata positiva nei giorni scorsi al Covid-19. Si tratterebbe della terza degente ospedalizzata dopo l’esplosione del contagio. La situazione nell’Rsa dell’Asl Napoli 2 nord sta preoccupando non poco gli abitanti dell’isola che ormai conta 91 positivi e tre morti, l’ultimo si è aggiunto in giornata. Sono invece 21 i positivi nella struttura sanitaria Villa Mercede a cui si aggiungono 6 operatori sanitari. Ha solo tre anni il paziente più giovane trovato positivo al Covid-19, contagiato dalla madre, dottoressa nella struttura Villa Mercede.

All’ospedale di Pozzuoli una “leggerezza” è costata 2 morti e 50 contagi: il focolaio Covid che fa tremare Napoli. Ma De Luca minimizza

In virtù di questo quadro davvero poco rassicurante, le associazioni “La Rondine”, Comitato “Colibri” e Meetup Ischia hanno chiesto al presidente De Luca “di dichiarare zona rossa il comune di Serrara Fontana e di attivare tamponi ai parenti e agli abituali fruitori della struttura Villa Mercede (badanti, dipendenti, parenti, amici ed inservienti di coloro i quali sono risultati positivi al virus) per un contenimento rapido del contagio”. L’Rsa è gestita dall’Asl Napoli 2 Nord, tuttavia il personale dipendente risulta in forze alla cooperativa di nome Civitas, subappaltata a un consorzio. In tutto si contano 33 dipendenti nella cooperativa. Poi c’è la direzione sanitaria, rappresentata dal direttore e due geriatri. Tre persone in tutto che dipendono direttamente dall’Asl.

Il quadro positivi/negativi dopo due tamponi somministrati a degenti, operatori e contatti dei positivi è a oggi, mercoledì 28 aprile di: 6 positivi su 33 dipendenti; 19 positivi e due deceduti su 26 degenti. Quindi, su una struttura che può ospitare fino a 29 posti letto e con 26 ospiti presenti, 19 risultano infetti e 2 sono deceduti. Ma come si è arrivati a questo punto?

“Quando è iniziata l’emergenza, ossia l’8 marzo, c’erano 26 pazienti. Durante questo periodo è entrata una paziente, era già stata  a Villa Mercede fino a dicembre dello scorso anno. I familiari che a fine 2019 l’avevano riportata a casa, si erano poi accorti che non riuscivano ad aiutarla al meglio e così hanno fatto richiesta di farla rientrare. Il 20 marzo la paziente è tornata a Villa Mercede. Il 31 marzo la signora ha avuto dei problemi di salute ed è stata trasportata con l’ambulanza all’ospedale Rizzoli. Lì si è ritenuto opportuno trasportarla all’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, dove è stata dal 31 marzo al 6 aprile, ricoverata nel reparto di medicina. Proprio lì dove poi è scoppiato il focolaio”.

Questo il racconto di una fonte che ha chiesto di restare anonima e che a TPI ha riepilogato cosa è accaduto nell’Rsa Villa Mercede dallo scoppio dell’emergenza Coronavirus.

“Il 6 aprile la signora è rientrata con autoambulanza privata in struttura. Prima di farla scendere, l’infermiera ha praticato il test rapido; quello che dà il risultato in dieci minuti. Quella stessa mattina era stato fatto a tutti i dipendenti: tutti negativi. Anche la donna era risultata negativa. La paziente, come da ordinanza dei sindaci, doveva essere sottoposta a quarantena in quanto si era assentata dall’isola per più di 48 ore. Ma è stato un falso isolamento: era sì da sola in camera, ma gli operatori accedevano alla stanza solo con la mascherina chirurgica e minimi dispositivi di protezione. Anche gli altri ospiti, quelli che deambulano e stanno bene, andavano a salutarla”.

Secondo quanto racconta la nostra fonte, proprio questi errori nel non seguire pedissequamente il protocollo sarebbero poi stati la causa scatenante dello scoppio del focolaio.

“Quando sono iniziate a diffondersi le notizie sul focolaio di Pozzuoli, è scoppiato il panico tra gli operatori che hanno chiamato la direzione in cerca di rassicurazioni. Nel frattempo, la paziente in questione ha iniziato a stare male. Le è stato fatto un nuovo test rapido risultato nuovamente negativo. Alle 9 di mattina dell’11 aprile sono stati chiamati i soccorsi del 118: gli operatori giunti in Villa hanno prelevato la donna come sospetto Covid. La signora è stata portata all’ospedale Rizzoli di Ischia dove è stata sottoposta a tampone. Le sue condizioni si sono poi aggravate e si è dovuto intubarla. La mattina di Pasquetta la donna, purtroppo, è deceduta”.

Nonostante il decesso della donna e i relativi sospetti sul suo stato di salute – nonché sulla causa della morte – il giorno seguente in Villa Mercede tutto è andato avanti come sempre. “Il martedì mattina in Villa si è continuato a lavorare in modo tranquillo, la direzione sanitaria affermava che tutto andava bene e che si doveva aspettare l’esito del tampone sulla donna. Il martedì sera, però, l’ASL Napoli 2 nord ha deciso che tutti gli ospiti e gli operatori di Villa Mercede dovessero fare il tampone. Un’equipe di medici dell’Asl è arrivata nella Villa Mercede, dove ha eseguito il tampone su tutti gli ospiti e su tutti gli operatori in turno”.

Il giorno dopo è arrivato il primo, temuto, riscontro: 6 ospiti sono risultati positivi al Covid. Nei giorni seguenti anche la restante parte degli operatori dell’Rsa è stata sottoposta al tampone. Il risultato è quello che oggi racconta di un luogo in cui oltre il 90 per cento degli ospiti ha contratto il Covid-19. Virus che ha infettato anche buona parte degli operatori. I quali, a loro volta, hanno contagiato i familiari.

“De Luca dice che il contagio all’ospedale di Pozzuoli è stato circoscritto, così come a Villa Mercede. Ma adesso quasi tutti gli operatori sono in quarantena, tanto che per gli ospiti di Villa Mercede, l’ASL Napoli 2 nord ha dovuto aprire le graduatorie agli infermieri. A Villa Mercede ora lavorano infermieri e OSS dell’Asl Napoli 2 nord”.

Un danno non da poco che forse si poteva evitare, almeno secondo il racconto della nostra fonte: “Chi lavorava con i Covid, operava anche con i pazienti non Covid, senza le dovute cautele. Quelle persone sono poi risultate positive. Gli operatori, anche dopo il 14 aprile, non hanno ricevuto nessuna indicazione precauzionale per lavorare in emergenza Covid. La dirigenza sostiene di aver rispettato le procedure”.

Peccato che a quegli operatori, dipendenti non dall’ASL Napoli 2, ma dalla Civitas, una cooperativa esterna, i soldi dello stipendio servirebbero eccome. Specie in questo momento in cui, a sostenere il bilancio familiare, spesso è solo un coniuge. Quando possibile.

Va ricordato, infatti, che per i dipendenti della cooperativa che opera all’interno di Villa Mercede, ci sono stati ritardi anche di 7 mesi nella corresponsione degli stipendi. A quegli stessi operatori devono ancora essere riconosciuti gli stipendi di gennaio, febbraio, marzo 2019 e lo stipendio di marzo 2020. Come abbiamo avuto modo di apprendere, la crisi generata dal Coronavirus sta letteralmente paralizzando il Paese. D’altro canto, la prima preoccupazione al momento è circoscrivere l’emergenza sanitaria.

Intanto, i timori della gente del posto si moltiplicano: il sindaco del comune di Forio ha chiesto le dimissioni del direttore generale dell’Asl Napoli Nord 2: “L’isola non può essere dichiarata zona rossa, soprattutto con l’estate alle porte”. Il Sindaco di Serrara invece, pone l’accento sui tamponi: “Dall’11 marzo fino al 3 aprile, l’Asl Napoli 2 Nord ha deciso di affidare a un’azienda privata il servizio di trasferimento dei tamponi da Ischia, Procida e Pozzuoli al Cotugno di Napoli per una spesa di circa mille euro al giorno. Non sono mancati i casi di tamponi persi o finiti in altri non meglio precisati laboratori. Fatti sui quali l’Asl non ha mai dato spiegazioni, nonostante l’obbligo di tracciabilità e il dovere di consegna entro 6 ore dal prelievo. Non si capisce per quale ragione, pur disponendo di un proprio parco auto, l’Asl abbia deciso di esternalizzare il servizio”.

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1. La rivolta di sindaci e medici contro la Regione Lombardia: “Nessuna strategia, ci ha abbandonati” / 2. All’ospedale di Pozzuoli una “leggerezza” è costata 2 morti e 50 contagi: il focolaio Covid che fa tremare Napoli. Ma De Luca minimizza / 3. Noi poveri romani e meridionali invidiosi della Lombardia (di G. Gambino) / 4. Coronavirus, Fontana: “Rifarei tutto, è ora di ripartire”

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