E non chiamatelo pic-nic
Da 25 anni al Dîner en Blanc si accede solo su invito. Nato a Parigi, è diventato un business mondiale
Se i pic-nic vi fanno orrore non vi parteciperete mai, ma se non siete chic abbastanza non sarete nemmeno mai invitati.
È nato venticinque anni fa il Dîner più snob della capitale francese.
Nel ’88 François Pasquier, dopo due anni trascorsi in Polinesia, torna a Parigi e decide di festeggiare l’evento invitando un centinaio di amici nel suo giardino. Purtroppo si rende conto che il posto è troppo piccolo ed è quindi necessario cercare un altro luogo, grande abbastanza per ricevere tutti gli ospiti.
Una sera di primavera mentre vagava per le strade caotiche della città, attraversando in macchina il Bois de Boulogne, il polmone verde del XVI arrondissement, monsieur Pasquier intravide una scena che lo isolò dal frastuono dei clacson e dei motori: una coppia di anziani signori, seduti sull’erba, stava mangiando attorno a una tovaglia bianca. Il contrasto tra la quiete di quell’immagine e la frenetica vita parigina aveva creato un’atmosfera magica. Di colpo ebbe un lampo di genio. È lì che si sarebbe svolta la cena con i suoi amici!
L’organizzazione fu semplice perché seguiva il principio del pic-nic, ogni partecipante doveva portare tavoli e sedie. Per distinguersi dagli altri avventori del parco, turisti, sportivi o chiunque non fosse invitato dal “padrone di casa”, fu deciso un dress code, il bianco. Tutto doveva essere bianco: piatti, tovaglie, tovaglioli, vestiti, tutto! La marcia in più rispetto a una qualsiasi colazione sull’erba stava tutta nel menù. Sul tavolo di monsieur Pasquier doveva apparire solo il meglio. Foie gras, ostriche e formaggi erano abbinati ad acqua, vino bianco o champagne, le uniche bevande ammesse.
La serata fu un successo immenso, talmente grande da esigere una replica. Stesso parco, stesso cliché, un anno dopo ma estendendo l’invito alla festa anche agli amici degli amici.
Quattro anni più tardi il gruppo, non accontentandosi più del Bois de Boulogne, iniziò a espandersi nella Ville Lumière. Il primo sito storico a tingersi di bianco è stato il Pont des Arts, il ponte pedonale più romantico nel cuore della capitale.
Col tempo è diventato importantissimo mantenere segreto fino all’ultimo l’indirizzo dell’evento, che avviene sempre tramite passa parola, da amico ad amici, perché le autorità non consentirebbero mai ad autorizzarlo, nonostante siano sempre state scelte location azzeccate, che non hanno provocato problemi alla circolazione della città. Poi, allo scoccare della mezzanotte, come Cenerentoli, i partecipanti sgombrano tavoli, sedie e vettovaglie, lasciando un ordine impeccabile. E’ così, con un occhio mezzo chiuso, che le autorità tollerano lo svolgersi del pic-nic più chic di Parigi.
Tutti i luoghi più spettacolari della città sono stati usati e con il passare degli anni il Dîner ha coinvolto talmente tante persone che ormai è diventato necessario scegliere due indirizzi in contemporanea.
Nel 2011 per riuscire a far accomodare i DODICIMILA partecipanti, il pic-nic si è diviso in uno più ristretto organizzato davanti a Notre-Dame e un altro immenso, dal colpo d’occhio fenomenale, che ha invaso la Cour Carrè del Louvre, quella con la celebre Piramide di vetro. Da allora i numeri sono questi: prima in Place des Vosges, la piazza nel cuore del Marais che ha ispirato poeti e scrittori e poi quest’anno al Trocadéro e, ancora, al Louvre.
Dopo una giornata di pioggia il Dîner è stato illuminato dal cielo stellato e dagli “sparkler”, i bastoncini scintillanti fatti brillare intorno alle undici, che danno il via alla festa.
Seguendo l’esempio del padre, anche Aymeryic Pasquier si è dedicato all’organizzazione del pic-nic, ormai diventato un business, esportato prima in Canada e poi nei cinque continenti. Un’operazione commerciale cha ha riscosso un successo globale, da New York a Singapore, dalla terra dei canguri al Cremlino e ottenere l’invito è sempre una caccia in giro per il mondo.
Un Dîner en Blanc in franchising, dunque, che si chiama pic-nic dappertutto, tranne a Parigi. Lì è il pique-nique, tanto francese quanto snob da voler salvaguardare la sua identità sia pur tra cloni, per sottolineare che solo uno è l’originale: “Oui, Je suis le Dîner!”.