Conosciamo Papa Francesco
Sobrietà, carattere gesuita e vicinanza agli ultimi: profilo di un umile tra i potenti
Bergoglio, come molti in Argentina, ha un po’ di sangue italiano. E’ nato infatti a Buenos Aires, il 17 dicembre 1936, da una famiglia piemontese. Il nonno era della provincia di Asti, il padre emigrò poi in Sudamerica. “Quasi alla fine del mondo”, come ha detto lo stesso Bergoglio nel suo primo discorso da papa.
E se il mondo moderno (ma anche antico, basti pensare appunto a San Francesco) ha fortemente criticato la mancanza di sobrietà nella Chiesa, e in particolare nella figura del Sommo Pontefice, forse è arrivata una risposta a queste critiche.
Il Papa eletto non va quasi mai a letto dopo le 9 e mezzo di sera, e quasi mai si alza dopo le 4 del mattino. La sua sobrietà è leggendaria: a Buenos Aires, dove è considerato poco meno di un santo, non dormiva nel palazzo episcopale ma in un piccolo appartamento, dove ospita l’ anziano monsignor Ognearovich già custode del santuario di Lujan, la Loreto argentina; non porta croci ingioiellate; normalmente non indossa le vesti cardinalizie ma va in giro con il semplice abito nero da sacerdote comune; gira in autobus o in metropolitana; si prepara la cena da sé. La sera prende solo un tè e un frutto.
È il primo Papa di origine piemontese dai tempi di san Pio V, il Papa di Lepanto (ultima grande vittoria della cristianità sull’espansione islamica). E’ soprattutto il primo Pontefice latinoamericano della storia. Il primo non europeo negli ultimi 19 secoli. E il primo gesuita. Una serie di primati davvero insoliti.
Diplomato in chimica, entrato in seminario a 22 anni dopo aver lasciato una fidanzata, ordinato sacerdote a 32 dopo gli studi umanistici in Cile, Spagna e Germania, il suo cursus honorum è stato rapidissimo: a 35 anni era già il Provinciale, cioè il capo dei gesuiti d’ Argentina. Nella prova terribile della dittatura militare, Bergoglio si mosse per salvare preti e laici dai torturatori, ma non ebbe parole di condanna pubblica che del resto non sarebbero state possibili se non a prezzo della vita, e tenne a freno i confratelli che reclamavano il passaggio all’ opposizione attiva. Viene nominato cardinale nel 2001 da Giovanni Paolo II a dimostrazione del suo impegno nel contrastare la cosiddetta “teologia della liberazione”.
Nel suo Paese e’ un trascinatore di folle e una figura di riferimento nella Chiesa sudamericana. E’ sempre stato ritenuto un conservatore ma, nonostante questo, non ha mai approvato l’eccessiva rigidità della Chiesa soprattutto in materia di sessualita’ e la sua autoreferenzialita curiale. Contestò l’apertura dei gesuiti alla Teologia della Liberazione, negli anni ’70 e questa posizione forse gli e’ valsa l’accusa ingiusta di connivenza con il regime dei generali. Nell’anno santo del 2000 fece “indossare” all’intera Chiesa argentina le vesti della pubblica penitenza, per le colpe commesse negli anni della dittatura. Un mea culpa che dette piu’ fiducia nell’istituzione ecclesiale.
Lasciata la guida dei gesuiti, si era ritirato nel convento di San Miguel.Si parlava quasi di un esilio. Invece, nel ‘ 92, l’arcivescovo di Buenos Aires lo volle al suo fianco come ausiliare. Quando sei anni dopo prese il suo posto, Bergoglio non volle una veste nuova e fece accomodare quella del precedessore. E quando fu nominato cardinale, bloccò i fedeli benestanti che avevano prenotato il volo per Roma e impose loro diversare il denaro ai poveri. Privo di esperienza in Curia, poco noto ai porporati africani e asiatici, Bergoglio si rivelò per la prima volta a livello della curia nel sinodo del 2001, quando a sorpresa prese il posto di Edward Egan richiamato a New York dal crollo delle Torri e incantò i colleghi con la sua oratoria.
Dopo la morte di Giovanni Paolo II era stato il grande rivale di Joseph Ratzinger quando contese il papato, voto a voto, a quello che poi sarebbe diventato Benedetto XVI. Ha scelto il nome Francesco per mandare un chiaro messaggio su come sarà improntato il suo papato: massima frugalità, massima attenzione a non ostentare ricchezze, massima vicinanza al popolo, voglia di modificare la curia.
Ultima curiosità: il nome del nuovo Papa è semplicemente Papa Francesco e non Papa Francesco I.