C’è un emiro carico, carico, di…
Il Qatar con il nuovo sovrano Tamim bin Hamad al-Thani è sempre di più al centro dello scacchiere internazionale
È l’unico Stato al mondo con due ex sovrani viventi, ma questo non è il solo record del Qatar, il piccolo regno di due milioni di abitanti affacciato sul Golfo Persico, che da martedì ha un nuovo emiro, il trentatreenne Tamim bin Hamad al-Thani, il più giovane sovrano di sempre della penisola araba.
La scelta di Hamad bin Khalifa al-Thani di abdicare in favore del figlio, designato dieci anni fa principe ereditario dopo la rinuncia del fratello maggiore Jassim, entrambi avuti dalla seconda moglie Mozah bint Nasser Al Missned, rompe per la seconda volta consecutiva (ma allora fu un colpo di Stato) la tradizione araba, e non solo, secondo la quale i monarchi rimangono sul trono fino alla morte.
Il nuovo sovrano, nato a Doha e cresciuto in Gran Bretagna, ha frequentato, prima, la Sherborne School nel Dorset e poi, seguendo l’esempio del padre, è stato cadetto alla prestigiosa Royal Military Academy di Sandhurst, la stessa da cui sono usciti il principe William e il fratello Harry.
Ritornato in Qatar, nel ’98, ha continuato la sua carriera nell’esercito affiancando il padre per imparare, lui scelto tra ventiquattro figli avuti da tre mogli, anche il mestiere di emiro.
Poi, nel giro di quattro anni, sono arrivati pure per lui ben due matrimoni, il primo con la cugina di secondo grado, Jawaher bint Hamad bin Suhaim al-Tahni, da cui ha avuto quattro figli, e nel 2009 quello con Anout bint Mana al-Hajri, madre di altri due bambini, sei in totale per ora, divisi equamente tra maschi e femmine.
Nel discorso, con cui l’emiro Hamad di sessantadue anni si è congedato da capo del suo popolo, ha detto che “è il venuto il tempo della nuova generazione”, un chiaro invito rivolto al potentissimo e ricchissimo cugino, Hamad bin Jassim al-Thani, tre miliardi di dollari di patrimonio personale, primo ministro e ministro degli Esteri, del quale si attendono le dimissioni. Dei due si è sempre detto che il primo governa e il secondo è il padrone di tutto, da Valentino ad Harrod’s, dalla Costa Smeralda al 20% del London Stock Exchange, e via dicendo. Probabilmente questa è anche una resa dei conti in famiglia.
Hamad bin Kalifa che ha preso il potere nel ’95 con un colpo di stato incruento, sostituendosi al padre, ha avviato da allora una rapida trasformazione del piccolo stato del Golfo, grande appena quanto l’Abruzzo, portandolo a diventare un colosso mondiale nel settore del petrolio e, soprattutto, del gas. Secondo la classifica stilata da Forbes, il Qatar è il paese più ricco del pianeta, con un Pil pro-capite che batte quello di Lussemburgo e Singapore, rispettivamente seconda e terza.
I movimenti di protesta nel mondo arabo non sono stati avvertiti a Doha, perché la famiglia al-Thani, pragmatica quanto basta per prevenirli, ha provveduto tempestivamente ad aumentare salari e benefit assistenziali. Anzi, l’anziano emiro è stato talmente abile da usare l’epidemia di primavere arabe in suo favore.
E’ così che il Qatar, su questo intricato scacchiere internazionale, è diventato la pedina fondamentale per la diplomazia mondiale.
L’emittente Al Jazeera, prima all news del mondo arabo, fondata nel ’96 e proprietà di famiglia, ovviamente, ha svolto un ruolo chiave durante le rivolte sostenendo gli spiriti ribelli e proponendo Hamad bin Kalifa al-Thani come il sovrano riformatore.
Il regno è un capolavoro di diplomazia politica che strizza un occhio a Hamas, ma tende la mano a Israele, supporta i ribelli siriani contro Assad e ospita, a pochi chilometri dalla capitale Doha, la più grande base aerea statunitense del Golfo, con diecimila uomini permanentemente schierati, in attesa di inaugurare la prima sede dei talebani fuori dall’Afghanistan.
Questa è l’eredità che Tamim riceve dal padre, una linea di sviluppo politica ed economica studiata e poi condivisa durante i suoi anni da apprendista emiro ed è dunque su questo tracciato che si muoverà il giovane sovrano per guidare il Paese.
Tra i suoi successi quelli di amministratore nell’ambito sportivo sono i più evidenti, tanto che nel 2006 è stato nominato “miglior personalità sportiva del mondo arabo” dal giornale egiziano Al-Ahram.
La Qatar Sport Investments, fondata da Tamim nel 2005, è tra l’altro proprietaria della squadra di calcio francese del Paris Saint Germain, dove David Beckham ha giocato l’ultima partita della carriera. Ha centrato l’obbiettivo di portare a casa i Mondiali di calcio del 2022, ma ai trofei non potrà aggiungere le Olimpiadi del 2020. Dall’Europa piovono le critiche. Per il presidente della FIFA, Joseph Blatter, le temperature sono troppo elevate per disputare le gare nei mesi di giugno e luglio ma il Qatar ha raccolto la sfida. A fine maggio è stato presentato a Doha un maxi progetto da cinque miliardi e mezzo di dollari che prevede la costruzione di un’isola artificiale al largo della capitale. Si chiamerà Oryx e sarà pronta a ospitare, nel modo più lussuoso possibile, i tifosi del calcio mondiale. Tra ville da sogno, alberghi a cinque stelle e alberi galleggianti sorgerà il Lusail Stadium, lo stadio della finalissima dei primi mondiali mediorientali, uno schiaffo in faccia alla miseria della vecchia Europa malata di crisi economica e di identità, che parla in Euro e sogna in pertol dollari.