Le donne vittime di stupro durante la guerra in Bosnia dovranno essere risarcite: la storica sentenza delle Nazioni Unite
Bosnia, l’Onu stabilisce il risarcimento alle donne vittime di stupri di guerra
Le donne che durante il conflitto in Bosnia tra il 1992 e il 1995 furono vittime di stupri di guerra dovranno avere un risarcimento. A stabilirlo è il Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura, che ha istituito un piano di risarcimenti contro i crimini di guerra. Si stima che almeno 20mila donne furono costrette a subire violenze da parte dei soldati, come rivela uno studio voluto dalla ministra dei diritti umani e dei rifugiati della Bosnia Saliha Djuderija.
Sarà lo Stato a dover risarcire le donne, per aver violato la Convenzione Onu contro la tortura. Le donne vittime di violenza avranno inoltre diritto a cure mediche e psicologiche gratuite.
La storica sentenza arriva dopo il caso di una donna musulmana bosniaca stuprata ripetutamente da un soldato serbo bosniaco. Il comitato Onu stabilì che l’uomo dovesse risarcirla di 30mila marchi bosniaci (15mila euro), ma lui disse di non avere quel denaro. Le Nazioni Unite hanno quindi stabilito che dovrà essere lo stato a risarcire la donna, e hanno allargato il piano alle altre donne vittime di stupri.
Il comitato delle Nazioni Unite ha affermato che la Bosnia-Erzegovina dovrà adottare una nuova legislazione che garantisca che i risarcimenti vengano effettivamente ricevuti dalle vittime.
La decisione è del 2 agosto, ma è stata resa nota qualche settimana dopo dalla Ong Trial International.
“Consideriamo questa decisione rivoluzionaria, non solo per la Bosnia, ma anche a livello globale”, ha detto Adrijana Hanusic Becirovic, consulente legale senior di Trial International.
La guerra in Bosnia scoppiò il 1 marzo 1992 e si concluse 3 anni, e 1oomila vittime più tardi, con l’accordo di Dayton. Nel conflitto, scoppiato dopo la dissoluzione dell’ex Jugoslavia, si scontrarono i tre principali gruppi nazionali: serbi, croati e bosgnacchi.
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