Gli attivisti per i diritti degli aborigeni protestano contro l’Australia Day
Alcuni chiedono che la data della festa nazionale sia cambiata: il 26 gennaio fa riferimento all'invasione delle terre degli indigeni da parte dei coloni europei
Il 26 gennaio si celebra l’Australia Day, la giornata nazionale dell’Australia, ma come ogni anno non mancano nelle città del paese le proteste di quanti vorrebbero che la data sia cambiata.
Questo giorno è l’anniversario dell’arrivo della cosiddetta First Fleet, la prima flotta di navi che trasportava galeotti britannici sulle terre del continente oceanico, sbarcati nel 1788.
Alcuni però non trovano niente da celebrare in questa giornata e hanno ribattezzato l’Australia Day “Invasion Day”, un giorno che segna l’inizio dell’espropriazione delle terre degli aborigeni. L’arrivo dei coloni europei ebbe un impatto devastante sulle popolazioni indigene che furono vittime delle malattie e dei vizi portati dai nuovi arrivati, furono estromessi dai territori dei loro antenati, marginalizzati e strappati alle loro famiglie da bambini.
Ancora oggi, il tema delle condizioni di vita della popolazione aborigena è materia di discussione e non mancano occasionali episodi di razzismo.
La risposta del vice primo ministro federale alle proteste è stata dura. Barnaby Joyce ha dichiarato che i manifestanti dovrebbero “strisciare sotto una roccia e nascondersi”.
“Si tratta di un giorno per celebrare la ricchezza e la diversità di tutte le nostre culture, dai primi australiani ai nuovi cittadini, i migranti che provengono da tanti paesi diversi”, ha commentato con toni più pacati il primo ministro Malcolm Turnbull, che non sostiene la necessità di cambiare data alla festa nazionale.
Il governatore David Hurley, rappresentante della corona britannica in Australia, si è rivolto agli indigeni australiani riconoscendo che “l’arrivo della First Fleet ha avuto un terribile impatto sulla vostra gente, le vostre famiglie e la vostra cultura”.
Più estrema la mossa della città di Fremantle, in West Australia, che ha cancellato l’Australia Day in favore di una celebrazione alternativa, più inclusiva, che si terrà il 28 gennaio.
Tra le date alternative che sono state proposte c’è il primo marzo, data in cui, nel 1901, il governo federale assunse le funzioni governative al posto delle amministrazioni coloniali.
Un suggerimento meno serio è quello di un comico australiano che ha proposto May 8 (l’8 maggio) per via della sua assonanza con “mate”, probabilmente tra le parole più usate del vocabolario australiano e paragonabile all’inglese “buddy” o all’italiano “amico”.
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