Armi chimiche, un po’ di chiarezza
Pesticidi, fosforo bianco e bombe a grappolo. Le armi sporche della Siria
I primi casi risalgono al 30 marzo dell’anno scorso. Cinque uomini, operai originari di al Qusar, vicino Homs, arrivarono all’ospedale pubblico di Tripoli, nel Nord del Libano, in condizioni non solo terribili ma anche insolite.
“Difficoltà respiratorie, impossibilità di digerire, vomito, nausea caduta improvvisa dei capelli e profonde escoriazioni cutanee», mi spiegò all’epoca Ahmed Obeid, il medico che li aveva in cura. Alla vista i feriti apparivano incoscienti e con le teste ricoperte da ciuffi sporadici di capelli, come se fossero affetti d’alopecia.
Le mani sembravano come scorticate. Segno evidente che su quei corpi si era posata una sostanza corrosiva, «pesticidi, cloro, non sappiamo», spiegò il medico. Sostanze che però non rientrano formalmente nella classificazione delle “armi chimiche” seppure sono “agenti chimici”. Casi simili si sono poi ripresentati nel corso dei mesi sia in Libano che nell’ospedale pubblico di Antakya. Dal settembre scorso invece, molti profughi oltreconfine raccontano di esser fuggiti a causa dello sganciamento dagli elicotteri governativi dei così detti “barili-bomba”.
La presenza di questi grossi barili di benzina riempiti di esplosivo e frammenti di metallo, è stata verificata dagli inviati del New York Times e del Telegraph in diversi centri abitati di Aleppo e Idlib. Non verificabile ma del tutto evidente (almeno in video) è invece l’utilizzo di fosforo bianco come mostrano numerose immagini su youtube: a Maret en Naman a Idlib, 3 mesi fa; a Talbisah, Homs, sette mesi fa e a Deir ez Zor il l 6 dicembre scorso. (vedi link)
Non va dimenticato, inoltre, che il 26 novembre scorso sono state sganciate bombe a grappolo (micidiali cluster bomb bandite da un trattato internazionale) in un parco giochi nella periferia di Damasco.
Così mentre l’immobile comunità internazionale disquisisce su la natura delle armi non convenzionali utilizzate in Siria, la poplazione civile diventa bersaglio della perversione di chi ogni giorno torva metodi sempre più economici e sfiguranti per spazzare via vite umane.