L’app inventata per farci rendere conto di quanto tempo sprechiamo con le altre app
L'app è stata rilasciata a dicembre 2017, si chiama Thrive, ed è scaricabile solo tramite gli smartphone Samsung
La crescita improvvisa dell’infelicità, soprattutto nelle nuove generazioni, è direttamente riconducibile all’utilizzo esagerato e compulsivo degli smartphone, che si è registrato negli ultimi anni.
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A dimostrarlo è uno studio dell’università del Michigan, che mostra il declino della felicità in corrispondenza del boom dei cellulari.
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La serie di studi, ricerche e statistiche a proposito di questo tema sono ormai innumerevoli, e questo sta causando la tendenza opposta: un’ondata anti-tecnologia che ha travolto anche i maggiori esponenti a favore della rete.
Il 23 gennaio 2018, a Davos, durante il World Economic Forum, Chuck Robbins, l’amministratore delegato di Cisco, ha dichiarato che “i genitori di tutto il mondo devono alzarsi in piedi e fare i genitori, e smetterla di dare ai figli questi dispositivi”.
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Mentre la politica olandese Neelie Kroes, da sempre a favore della tecnologia, ha affermato che i bambini passano troppo tempo online.
Lo studio, ovviamente, non prende in considerazione bambini e ragazzi, ma ne risulta che essi abbiano più difficoltà a staccarsi dallo schermo.
Va detto anche, però, che la soluzione non sarebbe eliminare completamente la tecnologia dalle nostre vite, considerato che, ancora più infelici di coloro che usano troppo internet, sono quelli che ne restano totalmente estranei.
Il sistema migliore per renderci più felici sarebbe quello di mettere in pratica una via di mezzo, che si posizioni tra l’uso ragionevole di internet e il vivere la vita reale.
Sulla base di queste ricerche, durante l’estate del 2017, Arianna Huffington ha sviluppato insieme a Samsung una nuova app per renderci consapevoli di quanto tempo passiamo online.
L’app è stata rilasciata a dicembre 2017, si chiama Thrive, ed è scaricabile solo tramite gli smartphone Samsung.
La sua funzionalità è stata studiata per monitorare il tempo che spendiamo su determinate app, e interrompere la ricezione delle notifiche per periodi prestabiliti, restituendo alle persone la libertà di concentrarsi su altre cose.
Per quanto possa sembrare una costrizione esagerata, risulta evidente che per alcune persone prendersi una pausa dal proprio cellulare sarebbe fondamentale, dato che un’ulteriore ricerca mostra che un americano prende in mano il suo smartphone in media 2617 volte al giorno.
Secondo YoungMinds, dunque, per evitare disturbi, i giovani dovrebbero stare almeno 15 minuti senza guardare uno schermo.
Con l’aiuto di Thrive, secondo la sua creatrice Arianna Huffington, le persone riusciranno a riprendere in mano le proprie vite.
Ciò che risulta curioso, però, è il fatto che le persone non si fidano di loro stesse per quanto riguarda l’utilizzo degli smartphone, ma per rimediare autorizzano gli smartphone a prendere delle decisioni al posto loro.