Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 04:08
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Scienza

Spazio, individuato un segnale da una galassia lontana: “batte come un cuore”

Immagine di copertina
Credit: Photo courtesy of CHIME, with background edited by MIT News

Un segnale regolare che lampeggia come il battito di un cuore. Ogni 0,2 secondi un’esplosione di energia. È un lampo di onde radio che proviene da una galassia lontanissima, distante miliardi di anni luce dal pianeta Terra. Questi lampi radio veloci – in inglese: fast radio burst, Frb – sono intensi lampi di onde radio che, solitamente, durano pochi millisecondi. Da dove provenga questo segnale non si sa. La sorgente è ancora un mistero. Gli astronomi del Massachusetts Institute of Technology (Mit) sospettano possa provenire da una pulsar o da una magnetar: sono entrambe stelle di neutroni. Questi sono mantenuti insieme dalla forza di gravità. Sono densi nuclei collassati di stelle giganti in rapida rotazione. È ciò che rimane di alcune stelle in seguito all’esplosione come supernove.

Il segnale è stato rilevato il 21 dicembre 2019 dal radiotelescopio interferometrico Chime (Canadian Hydrogen Intensity Mapping Experiment) e la scoperta è stata pubblicata su Nature. È il più lungo mai registrato: circa tre secondi. Di mille volte superiore alla media. È stato rinominato FRB20191221A. Le sequenze di onde radio – che sono elettromagnetiche – provengono dall’esterno della Via Lattea, per qualche millisecondo prendono la forma di segnali luminosi e poi scompaiono. Questa volta, però, si sono manifestate in modo ripetitivo e regolare. Il primo Frb è stato individuato nel 2007. L’energia dei lampi radio veloci – paragonabile a quella prodotta dal sole in un giorno – è tale da generare un’esplosione di luce visibile a distanze cosmologiche.

“Non ci sono molti oggetti nell’universo che emettono segnali così regolari. Esempi che conosciamo nella nostra galassia sono le radio pulsar (stelle di neutroni che sembrano pulsare mentre ruotano su loro stesse e che emettono lampi radio) e le magnetar (stelle di neutroni i cui lampi radio sono dovuti a campi magnetici molto intensi)” – ha spiegato Daniele Michilli, l’astronomo italiano postdoc al Kavli Institute for Astrophysics and Space Research del Mit – Pensiamo quindi che il segnale provenga proprio da uno di questi oggetti, ma estremamente più luminoso di quelli a noi noti”.

 

 

Ti potrebbe interessare
Scienza / “Abolite le incompatibilità”: la petizione online per gli specializzandi di Medicina
Scienza / Cina: la sonda Chang’e-6 riporta sulla Terra campioni della faccia nascosta della Luna
Scienza / Uno studio rivela perché alcune persone non si sono mai ammalate di Covid
Ti potrebbe interessare
Scienza / “Abolite le incompatibilità”: la petizione online per gli specializzandi di Medicina
Scienza / Cina: la sonda Chang’e-6 riporta sulla Terra campioni della faccia nascosta della Luna
Scienza / Uno studio rivela perché alcune persone non si sono mai ammalate di Covid
Scienza / Eclissi totale di Sole di oggi, 8 aprile 2024: orario, quando e come vederla dall’Italia
Scienza / Nuova scoperta su Marte, trovato uno strato di ghiaccio spesso 3,7 chilometri sotto alla superficie
Scienza / Eseguito a New York il primo trapianto di un intero occhio: “Progressi eccezionali”
Scienza / Euclid, l’universo mai visto nelle immagini del telescopio spaziale
Scienza / Ecco Calixcoca, il primo vaccino contro la dipendenza da cocaina e crack: come funziona
Scienza / Il Nobel per la Medicina a Karikó e Weissman: “Studi fondamentali per i vaccini mRNA contro il Covid”
Scienza / Studio italiano su tumori: codice a barre genetico traccia cellule cancro cervello