Ricerca in Italia, calano stanziamenti e investimenti. Associazione Coscioni: “Siamo sotto media dei paesi Ocse e Ue”
Il 20 febbraio l'Associazione Coscioni presenta un documento per l'Onu sulle negligenze che incidono sulla vita dei malati in Italia
L’Italia investe in ricerca solo l’1,3 per cento del proprio Pil, posizionandosi al di sotto della media dei paesi dell’Ocse e dell’Ue, che da anni ha fissato al 3 per cento del prodotto interno lordo nazionale l’obiettivo di investimenti pubblici sulla ricerca da raggiungere entro il 2020.
A fornire questo dato è l’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, che giovedì 20 febbraio presentaal CNEL di Roma un documento su “Lo stato della ricerca in Italia”, in occasione del tredicesimo anniversario della morte di Luca Coscioni.
All’evento interverranno Filomena Gallo, avvocato cassazionista e segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, Mina Welby, Co Presidente dell’Associazione Luca Coscioni, Rodolfo e Anna Cristina Coscioni per un ricordo del figlio Luca, il professor Lorenzo Fioramonti, vice-ministro per la Ricerca e Luigi Gallo, Presidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati.
Sono previsti tre interventi principali dei professori Daniele Archibugi, Amedeo Santosuosso e Gilberto Corbellini.
Associazione Luca Coscioni: Lo stato della ricerca in Italia
Nel 2019 l’Italia sarà chiamata dal Consiglio ONU sui diritti umani e dal Comitato sui diritti economici, sociali e culturali a presentare la sua relazione periodica sul rispetto degli obblighi internazionali derivanti dalla ratifica dei maggiori trattati internazionali in materia di diritti umani, ricorda l’associazione.
Il documento “contiene le riforme necessarie per proteggere e promuovere il diritto della e alla scienza in un paese che per anni ha imposto limiti e proibizioni e progressivamente diminuito gli investimenti pubblici nella ricerca”, si legge nel comunicato dell’associazione Coscioni.
Il lavoro marca l’inizio di un lavoro “partecipativo” che l’Associazione rivolgerà nelle prossime settimane e mesi a scienziati, ricercatori ed esperti con il fine di consolidare un Cahiers de Doléances e re-includere la scienza tra le priorità politiche italiane.
Anche se il rapporto tra spesa in ricerca/ sviluppo e Pil è passato dall’1,0 per cento del 2000 all’1,3 per cento, la spesa per ricerca e sviluppo finanziata dal Governo è rimasta stazionaria – di poco superiore allo 0,5 per cento del Pil – mentre gli stanziamenti del MIUR verso gli enti pubblici di ricerca sono scesi dai 1.857 milioni del 2002 ai 1.483 milioni del 2015.
A livello internazionale nel campo della ricerca ci sono Stati Uniti e Cina ai primi posti, che rispettivamente rappresentano il 26 per cento e il 21 per cento delle pubblicazioni globali secondo i dati forniti dalla National Science Foundation degli Stati Uniti all’inizio del 2018.
La ricerca italiana ha comunque prodotto buoni risultati passando dal 3,2 per cento al 4 per cento della quota mondiale.