Cos’è “Punto Nemo”, il luogo più remoto della Terra dove vanno a morire i satelliti
Esiste un luogo nel mondo individuato per far precipitare le piccole stazioni spaziali. È molto vasto e si estende per circa 17 milioni di chilometri quadrati, ossia 56 volte più grande dell’Italia
Quando si perde il controllo di un grande satellite o di una piccola stazione spaziale, il rientro in atmosfera avviene senza alcuna traiettoria prevista.
È questo il caso, ad esempio, di quel che è successo alla Tiangong-1, la piccola stazione spaziale cinese che venne lanciata nel 2011 e che pesa 8,5 tonnellate la cui rotta verso la Terra è ancora imprevedibile.
In questo articolo vi abbiamo spiegato come seguire la caduta in diretta.
Ma cosa accade agli altri satelliti una volta terminata la loro funzione?
La Nasa e altri enti spaziali fanno in modo che questi satelliti possano rientrare nella nostra atmosfera senza pericoli per gli esseri viventi.
Per questo motivo è stato individuato un luogo, il più remoto della Terra, dove far “precipitare” le piccole stazioni spaziali.
Il punto più remoto della Terra si trova a 48°e 52,6’ minuti di latitudine sud e a 123° e 23,6’ di longitudine ovest. Le persone più vicine a quel luogo (ad eccezione delle navi) si trovano sulla Stazione Spaziale Internazionale quando vi passa sopra perché l’isola più vicina si trova a 2.250 chilometri di distanza.
Questp punto è stato chiamato “Punto Nemo” per la sua inaccessibilità.
Il Punto Nemo è molto vasto e si estende per circa 17 milioni di chilometri quadrati, ossia 56 volte più grande dell’Italia.
Va sottolineato che quando si studia il rientro di un oggetto, si calcola la traiettoria in modo che esso bruci durante l’attraversamento dell’atmosfera così che solo piccole parti riescono a raggiungono l’oceano. Ed è assai raro che ciò accada.
Il Punto Nemo è stato oggetto dal 1971 al 2016 del rientro di almeno 260 tra veicoli spaziali e satelliti e il numero è in continua crescita.
In questo luogo sono stati fatti precipitare anche la Stazione Spaziale Russo-Sovietica MIR, oltre ad altri 140 oggetti russi e vari carichi spaziali europei.
Quando un oggetto molto grande riesce a superare l’atmosfera e a raggiungere la Terra è comunque sgretolato in tante parti che non finiscono tutte in un unico punto, ma possono interessare un’area di una decina di migliaia di chilometri quadrati.
Secondo l’Orbital Debris Office della NASA, le probabilità che una persona venga colpita da un oggetto di rientro dall’atmosfera sono di 0,0001.