È stato eseguito il primo trapianto di pene e scroto nella storia
Un veterano americano è stato sottoposto a un trapianto di pene, scroto e di una parte della parete addominale. Il soldato riprenderà tutte le funzioni dell'organo trapiantato
Un’équipe di medici americani ha eseguito il primo trapianto al mondo di pene e scroto.
I chirurghi del Johns Hopkins University di Baltimora, negli Stati Uniti, hanno operato un soldato che era stato ferito da una bomba in Afghanistan.
Il pene, lo scroto e una parte della parete addominale utilizzati nell’operazione vengono da un donatore di organi deceduto.
Il veterano dovrebbe recuperare le funzioni sessuali, cosa praticamente impossibile con la semplice ricostruzione del pene.
Il team di 11 chirurghi ha effettuato un’operazione di oltre 14 ore, la prima in assoluto nella storia che comprenda anche il trapianto dello scroto e dell’area addominale.
I testicoli del donatore tuttavia non sono stati trapiantati per ragioni etiche.
“Mentre le amputazioni delle estremità [gambe e braccia] sono visibili e risultano in una ovvia disabilità, alcune ferite di guerra sono nascoste e il loro impatto non è del tutto compreso dagli altri”, ha spiegato il dottor WP Andrew Lee, a capo del reparto di Chirurgia plastica e ricostruttiva della Johns Hopkins University.
Le ferite genitali sono “tacite lesioni da guerra”, ha detto il dottor Lee.
“In un simposio del 2014 sponsorizzato dalla Johns Hopkins e intitolato ‘Intimità dopo le ferite’, abbiamo sentito le testimonianze di mogli, famiglie e assistenti dei veterani feriti sull’impatto devastante che le lesioni ai genitali hanno sulla loro identità, sull’autostima e sulle relazioni intime”, ha spiegato il dottore.
“Quando mi sono svegliato, mi sono sentito finalmente più normale, come se stessi finalmente bene”, ha dichiarato il soldato, che chiede di restare anonimo.
Il veterano era rimasto ferito a causa di una mina in Afghanistan.
In termini medici, l’operazione chirurgica prende i nome di allotrapianto del tessuto composito vascolarizzato. Il processo prevede il trapianto di pelle, ossa, muscoli, tendini e vasi sanguigni.
Il programma di trapianto genitale del Johns Hopkins si è inizialmente concentrato sui causi post-traumatici, in particolare sui soldati feriti, dato che per le loro lesioni non sono sufficienti le normali operazioni.
Gli esperti del team chirurgico si aspettano che il soldato si riprenderà del tutto tra i 6 e i 12 mesi.
L’uomo sta guarendo e nelle prossime settimane sarà dimesso dall’ospedale, secondo quanto ha dichiarato il dottor Rick Redett, il direttore del programma di trapianto genitale.
“Speriamo che un tale trapianto potrà permettergli di recuperare le funzioni urinarie e sessuali e dargli una vita più normale”, ha detto il dottor Redett.
“Il nostro obiettivo è anche quello di offrire la stessa procedura in futuro ad altri pazienti”.
I chirurghi hanno fatto sapere che l’università ha approvato 60 operazioni di trapianto di genitali.
Nel mondo l’intervento di trapianto del pene è stato eseguito già tre volte.
Il primo caso risale al 2006 ed è stato effettuato in Cina.
Nonostante l’intervento fosse riuscito dal punto di vista clinico, il paziente non ha “riconosciuto” l’organo dal punto di vista psicologico, così come non lo ha fatto la sua partner. Per questa ragione l’organo gli è stato successivamente asportato.
Il secondo caso si è verificato nel 2015 a Cape Town, in Sudafrica, e ha riguardato un ventunenne al quale era stato amputato il pene per una circoncisione mal eseguita. In questo caso, l’intervento è andato a buon fine.
Nel 2016 un altro trapianto simile era stato eseguito negli Stati Uniti, su un cittadino americano che aveva avuto un tumore al pene.
Ma quali sono i rischi psicologici di questa operazione? In questo articolo abbiamo intervistato alcuni esperti per capire quali sono i rischi legati al trapianto del pene.