Perché alcune persone si sono offerte per farsi infettare da parassiti mortali
Diciassette persone si sono offerte volontarie per farsi iniettare nelle braccia 20 parassiti mortali, nella speranza di trovare un vaccino per una malattia rara e mortale, la schistosomiasi
In Olanda un gruppo di 17 persone si è offerto volontario per farsi iniettare dei parassiti mortali all’interno di uno studio volto alla sviluppo di un vaccino contro la schistosomiasi.
La malattia è anche detta “bilharzia” o “febbre della lumaca”, dal momento che i parassiti vivono in acqua dolce e possono crescere all’interno dei gusci di lumaca, ed è particolarmente diffusa in Africa, Sud America e Asia.
I volontari si sono resi disponibili a farsi infettare da alcuni parassiti che causano la malattia mortale proprio perché al momento non esiste alcun vaccino per la schistosomiasi.
I suddetti parassiti, depositando le uova all’interno dell’organismo umano, possono causare gravi danni agli organi, persino la morte.
I parassiti normalmente agiscono penetrando sotto la pelle e muovendosi attraverso lo spostamento del sangue tra organi come il fegato e l’intestino. Le uova dei parassiti possono vivere dentro un essere umano per anni.
La durata dello studio è di 12 settimane, durante le quali la ricercatrice delle malattie infettive Meta Roestenberg potrà monitorarli dal University Medical Center di Leida, in Olanda.
La speranza di Roestenberg è che la ricerca porti allo sviluppo di un vaccino per la schistosomiasi, dimostrando che è possibile testare i vaccini con questo metodo, piuttosto che con la ricerca sul campo – più dispendiosa e lenta.
Lo studio prevede che ai volontari venga prelevato il sangue ogni settimana, per osservarne i cambiamenti: se una molecola nota come CAA viene trovata nel sangue, significa che sono sopravvissuti.
I ricercatori hanno affermato che non si scateneranno i sintomi della malattia nei volontari, poiché per lo studio vengono utilizzati solamente vermi maschi, per evitare che si riproducano all’interno dell’organismo.
Al termine della ricerca, ai volontari viene somministrato un farmaco chiamato Praziquante, che ha il compito di ripulire l’organismo umano dalle infezioni uccidendo tutti i vermi che non fossero morti durante lo studio.
Sebbene il comitato etico olandese abbia approvato lo studio, e la ricercatrice continui a sostenere che il rischio è estremamente basso, Roestenberg è stata criticata per il pericolo insito nella ricerca, e per la capacità del farmaco finale di eliminare ogni rischio.
“Non farei il volontario per questo studio, e se avessi un figlio o una figlia che volesse fare il volontario, gli consiglierei di non farlo”, ha detto Daniel Colley, ricercatore della schistosomiasi all’Università della Georgia, a Science.
Ma cosa c’è da sapere sui vaccini in Italia? Tutti credono di saperne più degli altri quando si parla di vaccini. TPI ne ha parlato in questo articolo.