I trapianti di organi crollati del 30% a causa della pandemia
I trapianti di organi crollati del 30% a causa della pandemia
La pandemia ha provocato un calo drastico del numero di trapianti di organi a livello internazionale, incidendo sull’aspettativa di vita di migliaia di persone. Lo rivela uno studio condotto su 22 paesi, secondo cui i trapianti di rene, fegato, polmone e cuore da donatori umani sono diminuiti del 31 percento durante la prima ondata di Covid-19. Un calo arrivato complessivamente al 15,92% alla fine del 2020, con oltre 11.200 trapianti in meno, dopo che gli ospedali hanno scelto di rinviare interventi chirurgici già programmati con l’arrivo della pandemia di nuovo coronavirus, che ha privato gli ospedali di risorse come posti letto.
Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Lancet Public Health, ha stimato il costo della riduzione dei trapianti in oltre 48.000 anni di aspettativa di vita complessivamente persi da parte dei pazienti nei 22 paesi analizzati.
Il paese in cui è stato registrato la riduzione maggiore dei trapianti è stato il Giappone, con il 66,71 percento, pari a 1.413 interventi in meno. Il Canada invece ha riportato il calo meno pronunciato, con una diminuzione del 9.86 percento dei trapianti, pari a 227 trapianti in meno. A essere stati più colpiti sono stati i trapianti di rene, diminuiti complessivamente del 19,14 percento, per un totale di 8.560 trapianti in meno.
In Italia il calo complessivo è stato di 525 trapianti, una diminuzione del 16,18 percento, con ben 296 trapianti di rene in meno (-16,17 percento). Secondo lo studio l’Italia, insieme a Stati Uniti, Svizzera, e Belgio è stato uno dei paesi che è riuscito a non ridurre eccessivamente il numero di trapianti, mentre in alcune aree è stata rilevata una cessazione totale dei trapianto di rene e fegato da donatori viventi.