Fairphone: lo smartphone equo e solidale è pronto al salto evolutivo
Con la raccolta di oltre 2,5 milioni di dollari da parte di investitori privati e 6 da professionali, il cellulare che non mira al profitto è pronto a migliorarsi ancora
Grande successo per il progetto crowdfunding di FairPhone, che ha terminato trionfalmente lo scorso fine agosto la raccolta fondi con 2,5 milioni di dollari invece che il milione minimo richiesto. 2,5 milioni di dollari da parte di finanziatori privati che entrano direttamente nel progetto e altri 6 da investitori professionali per un nuovo, atteso, capitolo.
Sempre più persone si stanno avvicinando al progetto Fairphone, ossia all’idea del fondatore Bas Van Abel, che nel gennaio 2013 inaugurò una startup per la produzione di uno smartphone del tutto particolare. Qualcosa di diverso da ciò che si era visto e che si vedrà.
Un modello che fosse al passo coi tempi in quanto a scheda tecnica, prestazioni, funzionalità, ma al contempo realizzato rispettando sia i lavoratori sia l’uso di materiali e componenti interni.
Insomma, azzerando praticamente il profitto Fairphone aveva ed ha il progetto di diventare una sorta di cellulare equo e solidale che non scende ad alcun compromesso. Per ora sono stati due i modelli presentati ufficialmente e che hanno ricevuto ottime critiche e feedback sia dei professionisti del settore sia dai consumatori stessi.
E la recente raccolta di crowdfunding da un’idea di quanto si promuova questo progetto. D’altra parte siamo davanti a un cellulare moderno che a differenza di praticamente tutta la concorrenza non utilizza materiali ottenuti da paesi in guerra oppure i cui lavoratori sono sfruttati in modo spesso al limite dell’umano.
Il risultato è un modello che certo costa 529 euro ma con appena 9 euro di guadagno, mentre tutto il resto è speso per componenti di grande qualità, con un design modulare che lo rende peraltro facilissimo da riparare e con la prospettiva di una vita molto più lunga della maggior parte dei suoi rivali.
Aspettiamoci presentazioni importanti a breve e chissà se questo progetto porterà ad altre idee simili oppure, forse utopia, a linee solidali ed eque promosse da produttori consolidati.